Don Michele Barone, le testimonianze sconvolgenti delle testi

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Continuano ad emergere dagli atti delle inchieste dei particolari aberranti sulla vita di don Michele Barone. Era violento quando praticava esorcismi senza autorizzazione dalla Chiesa, ma soprattutto quando usava fare violenza sulla sua “amante”, una giovane donna coinvolta in una relazione con il religioso, che ha dovuto subire molestie, intimidazioni e calunnie.

Il racconto della vittima di violenza

Inizia così il suo racconto, ai pm di Santa Maria Capua Vetere Daniela Pannone e Alessandro Di Vico, la vittima che quando subì il suo primo rapporto sessuale con don Michele, era ancora minorenne:Don Michele mi diceva continuamente di non considerare che fosse un prete, per cui era normale avere effusioni tra noi come tra due fidanzati normali. Riuscì a convincermi e a baciarmi e ogni volta andava sempre oltre. Quindi, dopo avermi baciata, mi denudava, denudandosi anche lui… Tali rapporti si sono protratti per un po’ di tempo ed avvenivano su un divanetto in una stanza ubicata al pian terreno della struttura “La piccola casetta di Nazareth”. Se qualcuno bussava alla porta, don Michele rispondeva che stava facendo una confessione”. 

Chiamate erotiche, promesse di matrimonio e intimidazioni

Le violenze avvenivano spesso in chiese consacrate del Casertano o in un albergo a ore (sulla strada che da Giugliano porta a Lago Patria) ma si prolungavano anche in rituali notturni con delle chiamate erotiche: “Tengo a dirvi che, quando don Michele era impossibilitato ad incontrarmi, mi telefonava soprattutto durante la notte e molto spesso mi chiedeva di parlargli in modo particolare. Ricordo che tali telefonate duravano anche due o tre ore. Per convincermi, diceva sempre di amarmi, che avrebbe smesso di fare il prete e che voleva formare una famiglia con me”.

Quando la vittima decise di sottrarsi a tali violenze, don Michele  andò su tutte le furie e mandò una persona a minacciarla: una persona che parlò a nome di Michele Barone, cugino omonimo del sacerdote ed esponente di primo piano del clan dei casalesi si rivolse alla madre della vittima dicendole che non doveva più messaggiare a don Michele, perché lui doveva fare il prete…

Contraffazione di banconote false

“Nel periodo della nostra relazione don Michele voleva darmi banconote false, come asserito da lui stesso, chiedendomi di smerciarle. Io mi ero sempre rifiutata. Inoltre aveva schede telefoniche intestate a sconosciuti e cambiava in continuazione numeri di telefono. Inoltre aveva contatti con persone che avevano la possibilità di smerciare cose rubate”.

Il racconto della 15enne che ha subito l’esorcismo

“Io ho sempre provato repulsione per i sacerdoti, in particolare verso di lui. Mi mettono in macchina e andiamo a Casapesenna da questo sacerdote. Quindi lui sale in macchina, fa… Non so che cosa fa, però quando mi risveglio mi ritrovo con il sangue addosso”. Al tempo stesso però la giovane ragazza a don Michele è grata: “Dopo questa benedizione sì, stavo meglio molto meglio. Poteva darsi anche che mi avesse picchiato, mi avesse preso per i capelli, però io quando mi riprendevo non li sentivo i dolori, io stavo benissimo. Addirittura si preoccupa che possa soffrire a causa dell’arresto (“Perché dovete far soffrire una persona mettendola in galera?”) e manifesta il desiderio di salutarlo: “Posso andare a salutare a don Michele? Anche domani posso?”.

La ragazza attualmente sta riscontrando un momento di profonda confusione nei riguardi del suo carnefice, vive dei sentimenti ambivalenti e contraddittori. Le difficoltà ad esprimere il suo parere sono emerse da un lungo colloquio che la ragazza ha avuto il 23 febbraio scorso con il pm Daniela Pannone, in modalità protetta e alla presenza di due esperti, uno psichiatra e una psicologa: “Mi ha sempre spiegato tutto, solo che io non lo volevo stare a sentire, ma mi ha sempre spiegato tutto, ogni cosa che faceva non lo faceva senza il mio consenso.”

L’adolescente, che per i genitori e il prete era un’indemoniata da salvare, ha ancora gravi disturbi psicofisici e dovrà seguire un lungo cammino per ritrovare se stessa. Il sacerdote è stato tenuto in carcere dal Riesame; per i prossimi 10 e 17 aprile è fissato l’incidente probatorio dove saranno ascoltate la sorella della ragazzina e due donne che sostengono di essere state molestate sessualmente dal religioso.

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