Le origini di Pascarola e la venerazione a San Giorgio Martire

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Quando parliamo dei nostri territori, dimentichiamo che esistono delle bellezze antiche, abbandonate nel dimenticatoio. E’ risaputo che la maggior parte dei cittadini caivanesi non conosca l’origine della propria città.

Capire la storia delle tradizioni popolari…

La storia, le tradizioni culturali, rappresentano il fulcro principale della società in cui viviamo. Per imparare ad apprezzare i luoghi che ci circondano, dobbiamo conoscerne almeno le origini. In questo modo riusciremo a capire anche perché oggi, Caivano, vive tanti disagi e il motivo è legato al fatto che davvero sarebbe stato un paese bellissimo, se solo fosse stato tutelato come si dovrebbe.

Pascarola: le origini

Oggi ci concentreremo su Pascarola. Le fonti storiche sono state citate da Giacinto Libertini nel suo libro “Origini di Pascarola“, secondo il quale, il sito è di origini osche, etrusche, e dunque romane, pertinenti con la città osca di Atella.

Etimologia della parola Pascarola

Il termine “Pascarola” deriva dal latino “pascua” che significa “pascoli”. Nell’epoca dell’alto Medio Evo, la parola divenne “pascora”, intesa come diminutivo del pascolo, quindi piccoli pascoli. Insomma Pascarola era identificato come luogo dove la pastorizia era predominante.

La venerazione di San Giorgio Martire

La Chiesa Parrocchiale dedicata a San Giorgio è l’emblema del grosso legame che esiste tra la città e la venerazione del santo, che già all’epoca dei Longobardi, era riconosciuto come un leggendario santo guerriero ed era molto venerato tra di loro (Periodo compreso tra il V e il X secolo d.C. – Alto Medio Evo).

San Giorgio acclamato dai Longobardi

San Giorgio era venerato per aver ucciso il drago (Satana) ed era diventato un martire sotto l’imperatore Diocleziano. Per le sue gesta venne riconosciuto subito dai Longobardi, i quali vedevano in lui delle spiccate doti da guerriero. Per aver distrutto un drago, la sua venerazione è associata alla figura dell’Arcangelo Michele, anche lui venerato dai Longobardi.

La leggenda di San Giorgio e la nascita della cappella omonima

Alla morte del re longobardo Pertarito nel 688, il potere passò al figlio Cuniperto. Contro il legittimo regnante, si poste Alachis, duca di Trento, nonostante avesse giurato di essergli fedele proprio nella chiesa pavese di San Michele.

L’ analogia con San Michele

Nello scontro decisivo fra i due eserciti, quello regio di Cuniperto e di Alachis, questi credette di vedere fra le lance dell’esercito regio, l’Arcangelo Michele, e non osò accettare la sfida che gli rivolse Cuniperto per evitare un enorme spargimento di sangue.

Molti lo abbandonarono ed Alachis fu sconfitto rovinosamente. Cuniperto edificò sul campo di battaglia, che lo aveva visto vittorioso, un monastero dedicato a S. Giorgio. Nasce così la chiesa di Pascarola, dedicata al santo. 

La prima volta in cui viene citata Pascarola…

Il primo documento in cui Pascarola è citata risale al 1045 dove si parla ‘de terris de paschariola’ e ‘de terris de loco gualdum et de paschariola’. Il luogo dove sorgeva il villaggio non era quello attuale, ma il sito dove sorge l’attuale Cappella di S. Giorgio.

 

Dopo vari trascorsi, nel 1324, la Chiesa di S. Giorgio venne declassata a cappella, mentre la Cappella di S. Maria divenne chiesa. Per capire che il vero fulcro del villaggio fosse concentrato nella zona di Cappella San Giorgio, ci basta osservare il decorso delle strade.

Via Imbriani che passa per via Necropoli e arriva a Pascarola…

L’attuale via Imbriani che conduce dal Castello di Caivano, mediante via Necropoli, a Pascarola, è stata aperta solo alla fine del secolo scorso. E’ facile notare che era proprio quella la via per andare alla vecchia sede di Pascarola, vale a dire il sito dove sorge la Cappella di S. Giorgio, ovvero via Frattalunga.

Se la posizione antica di Pascarola fosse stata quella odierna, avrebbe dovuto esistere già nei secoli precedenti una strada diretta che conducesse dal castello a Pascarola.

Il primo religioso di Caivano era di Pascarola…

l primo religioso di Caivano di cui si ha notizia certa è tale «presbiter Casanus», parroco della cappella di San Giorgio in Pascarola, che, come si legge in un Collettario del 1324, pagò in quell’anno alla Chiesa di Roma una decimadi otto tarì e dieci grana: «Presbiter Casanus de Cayvano pro capellania S. Georgii de Pascarola tar. octo gr. decem» E’ probabile, però, che fossero di Caivano, benché non ne sia indicata la provenienza (Fonte: Francesco Delli Paoli – “Caivano, l’antica necropoli di Atella”)

PRESTO VI RACCONTEREMO ALTRE CURIOSITÀ SU PASCAROLA…

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