Ce la faremo

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Ce la faremo, perchè noi napoletani e dintorni siamo abituati da centinaia di anni a subire immani tragedie. Mi limito ad evidenziare solo quelle epidemiche tralasciando quelle vulcaniche, basta ricordare la peste del 1191 quando i morti a Napoli si contavano a migliaia.

Ancora oggi tutte le epidemie scoppiate lungo tutto il medioevo, quando il tifo, la malaria, il vaiolo, la polmonite, l’epatite, la salmonella, il colera hanno imperversato impietosamente su Napoli e provincia.

Inoltre la peste del 1656 che falcidiò quasi tutta la popolazione partenopea e i morti furono così tanti che riempirono tutte le strade della città prima che venissero tolti e atterrati in fosse comuni.

E anche Caivano pagò un immane tributo.

Le cose non migliorarono con l’unità d’Italia, in poco più di vent’anni Napoli e la Campania furono colpiti ben cinque volte dal colera, nel 1865 i morti furono più di 8000, ma l’anno dopo il colera fu ancora più violento, maggiore di quello del 1894, infine nel 1979 quando si pensò che le epidemie non dovessero più ripetersi.

Perciò adesso ce la faremo di nuovo, basta rispettare tutte le norme emanate dalle autorità nazionali.

‘E cià facimm peche nuje simm fort e nun c’accirnisciun’, recita un detti sportivo! Nel salutarvi auguro a tutti voi una Pasqua calma, serena e ‘isolata’.

2 COMMENTS

  1. Bellissimo articolo non sapevo di quest’altra dote nascosta oltre ad essere poeta è anche un bravissimo giornalista

  2. Bellissimo articolo non sapevo di quest’altra dote nascosta, oltre ad essere poeta è anche un bravissimo giornalista

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