La fine del fascismo a Caivano e le tragedie con morti e feriti

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Sono diverse le notizie raccolte da ignoti, relazionandosi alla fine del secondo conflitto mondiale, con diversi caivanesi menzionati nei racconti, scritti, raccolti e custoditi nella biblioteca comunale di Caivano.

Salvatore Papacciuoli nato nel 1928, Rosa Esposito 1925, Angelo Angelino 1928, Luigi Esposito 1937, Angelo Fusco 1930, Clemente Talpa 1935, Gerarda Girandini 1924, Salvatore Mennillo 1930, il sacerdote Don Rocco Napoletano, alcuni di questi.

Evidenziando la morte, le sofferenze, le umiliazioni, la fame subite dalle famiglie caivanesi per tutto il 1943 quando Mussolini dopo che intuì che il dominio era terminato per mettersi in salvo si dimise il 25 luglio del 1943 suscitando manifestazioni di giubilo popolare.

Nella sera del 26 luglio quasi tutta Caivano irrompeva nella sede del fascio ubicata dietro al castello distruggendo quadri ed emblemi raffiguranti il movimento fascista.

Il risultato di quei tumulti fu drammatico: furono arrestati 200 caivanesi e segregati in tre vetture custodite all’interno del Parco rotabile delle tranvie provinciali napoletane, dove ora vi è la villa comunale di Caivano. La loro destinazione era stata stabilita ad Auschwitz e in luoghi per lavori forzati.

Alla fine del conflitto buona parte di loro fece ritorno a casa, ma Caivano subì attacchi sia dai tedeschi che dagli alleati. Infatti dal 29 luglio fummo colpiti da bombardieri alleati distruggendo interi palazzi e falcidiando intere famiglie.

una scolaresca nel periodo fascista

I momenti più drammatici

Il 29 luglio a via Don Minzoni all’angolo con vico storto campanile una bomba distrusse mezzo palazzo uccidendo all’istante tre fratelli: Falco Rosa di 17 anni, Teresa di 3 anni e Giuseppe di appena un mese e la madre Concetta subì l’amputazione del braccio destro.

Alla famiglia Iovino invece morirono sotto le macerie del palazzo, Concetta Rosano e sua figlia 15enne Fortunata Iovino.

Ancora più tragico fu il bilancio di vittime singole dovute alle munizioni su tutto il territorio, ricordo Salvatore Papacciuoli, all’epoca 18enne, oggi 92enne che nel raccogliere una bomba a mano inesplosa di fabbricazione italiana denominata ‘la terribile Balilla’ la stessa esplose ferendolo gravemente con ferite agli occhi, al viso e alle mani, portato in ospedale gli fu amputata la mano sinistra e perse completamente la vista.

Infine i tedeschi prima di lasciare il paese con delle mine fecero saltare diversi ponti, specialmente lungo la SS87 verso Caserta e anche quello del vecchio mulino, mai più ricostruito.

Guerre e tragedie scomparse da anni grazie all’Unità Europea, augurandoci che il conflitto attuale dovuto alle continue divergenze tra gli Stati non porti allo scioglimento dell’Europa unita perchè sarebbe una catastrofe per i paesi europei e per il mondo intero.

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