Cinzia Buonfiglio: mi ricandido perché non lascio le cose a metà. Amo troppo il mio paese

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Cinzia Buonfiglio è stata eletta consigliera comunale nel 2015. Anche quest’anno si candida per le prossime elezioni amministrative.

Cosa l’ha portata di nuovo a candidarsi?
La scelta di ricandidarmi nasce dal progetto iniziato cinque anni fa con gli amici di “Forza Italia”, poi interrotto per motivi che ormai tutti conosciamo. Non mi è mai piaciuto lasciare le cose a metà ed è per questo che sono di nuovo qui pronta a rimetterci la faccia e poi, come già detto più volte, amo troppo il mio paese, il posto in cui sono cresciuta ed è quindi stata una decisione sentita e voluta quella di ripropormi!

Cosa vorrebbe attuare a Caivano, se venisse eletta?

Caivano è un paese dalle mille necessità perché manca un po’ tutto. L’emergenza nel periodo del lockdown ha però mostrato una parte nascosta del nostro paese che merita di essere sottolineata. Ho potuto personalmente riscontrare che esiste una profonda volontà di essere solidali, e a tal proposito penso che una delle cose che potrebbero servire alla comunità, vista anche la larga fascia di indigenti o di nuclei familiari in forte difficoltà economica, sia un banco alimentare comunale: una sorta di luogo dove poter fattivamente contribuire all’aiuto di quei nuclei familiari, senza intaccare la dignità di queste persone.

Un confronto tra la Caivano del 2015 ed oggi

Quando nel 2015 mi feci convincere a candidarmi per essere consigliera comunale avevamo prospettive diverse: si parlava di rivoluzionare il paese; di attivare nuove modalità di intervento; di una nuova primavera per Caivano che partisse dal rimuovere sin da subito le criticità maggiori in tema ambientale e di occupazione, ma poi abbiamo dovuto far fronte all’emergenza amministrativa che ha rilevato una situazione amministrativa disastrosa e una farraginosa macchina burocratica, cui abbiamo provato a porre rimedio, ma che è ancora lungi dall’essere funzionale e tutt’altro che perfetta. Oggi sappiamo bene quale sia la situazione e che prima di operare qualsiasi progetto di innovazione dobbiamo far fronte all’ordinario. Non saremmo corretti a promettere la luna nel pozzo ai caivanesi ma offrire loro la certezza di una amministrazione coerente e corretta può porre le basi per un futuro più radioso.

Cosa pensa di realizzare a favore delle donne?

Già nella scorsa esperienza avevo messo in programma con le altre donne del Consiglio Comunale di realizzare uno sportello per l’imprenditoria femminile. È inutile negare che in Italia, ed in particolare nelle Regioni del Sud, la difficoltà di realizzazione di imprese di ordine economico spesso vengono moltiplicate per cento quando si tratta di donne. A Caivano, ad esempio, mancano asili comunali per rendere agevole l’impiego delle madri lavoratrici; mancano centri di sviluppo e sostenibilità per le famiglie in cui entrambi i coniugi lavorano. Caivano, inoltre, ha un consistente numero di ragazze madri che, vuoi per la mancanza di lavoro, vuoi per l’impossibilità di badare ai propri figli in caso di lavoro, si sostengono con il solo assegno sociale che mette le stesse in condizioni di forte inferiorità rispetto ai nuclei familiari completi. È necessario provvedere, soprattutto perché i figli di queste donne non patiscano condizione di inferiorità rispetto ai loro coetanei, affinché si trovino misure per l’integrazione lavorativa, magari in ambito sociale, di queste donne.

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