Cittadella dello sport. Un sogno lungo mezzo secolo

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Nel lontano marzo del 1975 il consiglio comunale di Caivano presieduto dal professor Luigi Falco, storico componente della democrazia caivanese, votò una delibera con cui si approvava un progetto di massima per l’importo di 250 milioni delle vecchie lire. Il progetto fu redatto dall’architetto Antonio Gison.

La delibera fu approvata con voto favorevole di 25 consiglieri su 30 consiglieri assegnati, tra quelli che votarono a favore il consigliere Donesi Domenico, papà dell’attuale assessore Mariella Donesi, Capone Felice, Crescenzo Martini, Semonella Giuseppe, Formicola Domenico, Roccatagliata ed altri.

Il progetto prevedeva un centro sportivo con un campo da calcio, tre campi di tennis e una pista d’atletica oltre a spogliatoi e gradinate per il pubblico. La spesa doveva essere finanziata dalla Cassa del Mezzogiorno per la realizzazione di impianti sportivi, che aveva stanziato 50 miliardi di lire.

La richiesta fu avanzata regolarmente, ma purtroppo Caivano non venne finanziata. L’area destinata per tale intervento fu individuata in una zona di via Rosselli, quella cittadella dello sport non vide mai la luce.

Molto tempo è passato da allora, la Cassa del Mezzogiorno fondata nel 1950 da Alcide De Gasperi con l’obiettivo di finanziare opere straordinarie di pubblico interesse nell’Italia meridionale ha cessato la sua attività nel 1984.

Nel frattempo, la presenza dei privati nella gestione dei servizi pubblici si è fatta sempre più rilevante attraverso privatizzazioni e il sistema delle concessioni con risultati tutt’altro che brillanti per l’economia e per la collettività (vedi vicende Ilva, Alitalia, autostrade ecc.)

Cinquant’anni dopo ci riprova l’amministrazione Falco che con una delibera di Giunta ha demandato a un team coordinato dalla dottoressa Anna Damiano di individuare eventuali soggetti privati disponibili a realizzare una cittadella dello sport nell’ex area Risan o aree equivalenti.

A volte i sogni possono diventare realtà, ma nel frattempo sarebbe auspicabile riaprire e migliorare qualche struttura sportiva già presente sul territorio (Campo Faraone, calciotto del Faraone, impianti di via Necropoli, etc.).

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