Caso Raffaele Arcella, inizierà il processo il 22 settembre. Indagati due medici

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Partirà il 22 settembre, il processo per i due medici Cristiano e Casillo, indagati di imperizia, negligenza e imprudenza che operarono il giovane Raffaele Arcella nel lontano 2019. Raffaele, giovane di Caivano, fu sottoposto ad un intervento di bypass gastrico e morì a seguito di una perforazione di un’arteria retrostante lo stomaco.

 

Lo scorso maggio presso il tribunale di Nola, davanti al giudice Teresa Valentino e il pm Patrizia Mucciacito, c’è stata la prima udienza preliminare, dove la difesa si è costituita parte civile e i due medici sono stati rinviati a giudizio innanzi al giudice Alessandra Zingales.

Venerdì 7 maggio 2021, Roma

 

A parlare la famiglia ed il suo avvocato:

“Vogliamo giustizia in tempi rapidi, stiamo affrontando una tortura. Bisogna accendere i riflettori sulla chirurgia bariatrica praticata con superficialità.”

La questione è stata affrontata anche dal consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli:

“Non si può morire così. Saremo sempre al fianco degli Arcella e di tutte le vittime della mala sanità”

Il caso:

Raffaele Arcella morì a 29 anni dopo un intervento di bypass gastrico eseguito alla clinica Trusso di Ottaviano nel 2019. Durante l’intervento fu lesionata un’arteria retrostante lo stomaco del giovane che fu trasportato in condizioni critiche al Policlinico di Napoli, dove però non fu possibile salvargli la vita.

La vicenda:

Ricorrere alla chirurgia per dimagrire. Il caso di Raffaele Arcella (ilgiornaledicaivano.it)

I due medici indagati, Cristiano e Casillo, sono accusati di “imperizia, negligenza, imprudenza durante l’intervento di bypass gastrico disattendendo le linee guida SI.C.OB”. (Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità e delle malattie metaboliche).

”Vogliamo che il processo si svolga in tempi rapidi. Per la nostra famiglia questa storia è diventata un calvario, è difficile andare avanti ogni giorno pesando che Raffaele non c’è più, è un martirio. Chiediamo una condanna esemplare e che i due medici vengano radiati” – racconta commosso Antonio Arcella, padre di Raffaelle.

“Al di là dei tecnicismi legati alla prima parte del processo – spiega l’avvocato Fernando Maria Pellino, rappresentante legale della famiglia Arcella- cioè che mi preme chiarire è che questo processo debba accendere i riflettori sulla questione al ricorso della chirurgia bariatrica, troppo spesso praticata con tanta superficialità”.

Nel caso del povero Raffaele si è trattato di un intervento assolutamente evitabile, tra l’altro senza sottoporre il paziente ad un iter di preparazione psicologica, e sostituibile con un programma terapeutico di dimagrimento.

“Noi saremo sempre a fianco delle vittime della mala sanità. Non è accettabile che un ragazzo abbia perso la vita per un simile intervento. Chiediamo che venga fatta giustizia e che questo processo non diventi un’odissea infliggendo un ulteriore supplizio alla famiglia Arcella.” – ha commentato il Consigliere Regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli che segue la vicenda sin dall’inizio.

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