Il poker e gli eSport, due mondi diversi con molte cose in comune

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Il poker e gli eSport formano un binomio vincente. Gli organizzatori delle World Series of Poker (WSOP), una delle competizioni di poker sportivo più prestigiose al mondo, hanno capito che esistono delle aree in comune tra i due settori apparentemente in competizione. Aree che vale la pena di sondare per aumentare l’engagement con la propria community.

 

Dal 2018, alle WSOP che si svolgono nel Rio All-Suites Hotel & Casino di Las Vegas è stato creato uno spazio dedicato ai videogame più celebri e popolari. Alla competizione possono partecipare gli appassionati di giochi come FIFA, Heartstone e, naturalmente, l’immancabile Fortnite.

 

Il crossover tra poker e gaming professionale

 

Le fanbase del poker e quella del gaming hanno diversi elementi in comune. Molto spesso, i professional poker iniziano con il giocare ai videogiochi prima di sviluppare la propria carriera ai tavoli verdi. È il caso, ad esempio, di Bertrand “ElkY” Grospellier. Classe 1981 originario di Melun, caratteristica cittadina sulle sponde della Senna, il player francese oggi considerato il fenomeno dei tornei Sit & Go è stato inizialmente un pro gamer di StarCraft.

 

Stesso discorso per l’icona degli high stakes, il canadese di origini rumene Daniel Negreanu. Il vincitore di ben sei braccialetti WSOP (il trofeo più ambito dagli appassionati del settore), impazzisce per Heartstone. Al punto tale da postare un messaggio su Twitter dove si autodefinisce “ufficialmente un nerd” del gioco di carte strategico targato Blizzard Entertainment.

 

Il boom del poker online e degli eSport

 

Non solo i poker player. L’intera industria del gambling guarda con crescente interesse al mondo del gaming competitivo come a una valida opportunità di investimento. Numeri alla mano, durante gli ultimi anni il business degli eSport ha conosciuto una notevole crescita, anche durante i mesi di lockdown più duro che hanno mandato in crisi il settore dello sport più tradizionale.

 

Nei primi mesi della pandemia (tra gennaio e giugno 2020), il tempo medio dedicato al gaming tramite pc o console è pressoché raddoppiato rispetto allo stesso semestre dell’anno precedente. Proprio come era avvenuto con le piattaforme di poker online che, sull’onda delle chiusure messe in atto per contenere la diffusione dei contagi di Covid-19, erano arrivate a registrare un aumento del giro d’affari a due – se non addirittura a tre ­– cifre.

 

Gli elementi in comune tra il poker e gli eSport

 

Con l’enorme quantità di soldi che vengono spesi nel poker e nel gaming, si può presumere che questi due settori abbiano diversi punti di contatto.

 

La streammabilitàIl poker e gli eSport sono due fenomeni globali, che possono contare su una diffusione planetaria. Entrambi si prestano benissimo a essere streammati su Twitch, la piattaforma leader mondiale dello streaming videoludico. Sono tantissimi gli streamer che si occupano di poker e videogame, contribuendo al loro successo e alla loro crescita di popolarità.

 

L’accessibilità ­– L’universo del gambling e quello del gaming sono praticamente accessibili a chiunque (indipendentemente dall’età, dal sesso o dalla localizzazione geografica), in qualunque momento. È sufficiente disporre di un computer o di un dispositivo mobile dotati di una buona connessione a Internet (nel caso del poker, anche di una piccola somma di denaro iniziale che ci si può permettere di perdere senza rischi). Poker ed eSports, inoltre, non richiedono di possedere particolari doti fisiche, ma skill e abilità che si possono facilmente acquisire con un po’ di pratica e dedizione.

 

La competitività ­– Nel poker e negli eSport ci si mette in gioco per vincere cercando di sconfiggere gli avversari. Questo genera uno spirito di competizione che spinge gli appassionati a cercare di migliorarsi costantemente, dedicando ore al cercare di migliorarsi apprendendo nuove strategie e tecniche di gioco. Anche perché il premio in palio, quando si diventa professionisti, può essere molto alto (fino ad arrivare a diversi milioni di dollari nel Main Event delle WSOP).

 

Conclusioni

 

Competitor ma non solo. L’industria del poker e quella del gaming professionale stanno iniziando a unire le forze per sfruttare una partnership che può portare a nuove opportunità di crescita e di guadagno.

Il poker e gli eSport

Uno sguardo alle affinità che accomunano il poker e il gaming, due mondi apparentemente distinti ma che in realtà hanno diversi elementi in comune.

Il poker e gli eSport formano un binomio vincente. Gli organizzatori delle World Series of Poker (WSOP), una delle competizioni di poker sportivo più prestigiose al mondo, hanno capito che esistono delle aree in comune tra i due settori apparentemente in competizione. Aree che vale la pena di sondare per aumentare l’engagement con la propria community.

Dal 2018, alle WSOP che si svolgono nel Rio All-Suites Hotel & Casino di Las Vegas è stato creato uno spazio dedicato ai videogame più celebri e popolari. Alla competizione possono partecipare gli appassionati di giochi come FIFA, Heartstone e, naturalmente, l’immancabile Fortnite.

Il crossover tra poker e gaming professionale

Le fanbase del poker e quella del gaming hanno diversi elementi in comune. Molto spesso, i professional poker iniziano con il giocare ai videogiochi prima di sviluppare la propria carriera ai tavoli verdi. È il caso, ad esempio, di Bertrand “ElkY” Grospellier. Classe 1981 originario di Melun, caratteristica cittadina sulle sponde della Senna, il player francese oggi considerato il fenomeno dei tornei Sit & Go è stato inizialmente un pro gamer di StarCraft.

Stesso discorso per l’icona degli high stakes, il canadese di origini rumene Daniel Negreanu. Il vincitore di ben sei braccialetti WSOP (il trofeo più ambito dagli appassionati del settore), impazzisce per Heartstone. Al punto tale da postare un messaggio su Twitter dove si autodefinisce “ufficialmente un nerd” del gioco di carte strategico targato Blizzard Entertainment.

Il boom del poker online e degli eSport

Non solo i poker player. L’intera industria del gambling guarda con crescente interesse al mondo del gaming competitivo come a una valida opportunità di investimento. Numeri alla mano, durante gli ultimi anni il business degli eSport ha conosciuto una notevole crescita, anche durante i mesi di lockdown più duro che hanno mandato in crisi il settore dello sport più tradizionale.

Nei primi mesi della pandemia (tra gennaio e giugno 2020), il tempo medio dedicato al gaming tramite pc o console è pressoché raddoppiato rispetto allo stesso semestre dell’anno precedente. Proprio come era avvenuto con le piattaforme di poker online che, sull’onda delle chiusure messe in atto per contenere la diffusione dei contagi di Covid-19, erano arrivate a registrare un aumento del giro d’affari a due – se non addirittura a tre – cifre.

Gli elementi in comune tra il poker e gli eSport

Con l’enorme quantità di soldi che vengono spesi nel poker e nel gaming, si può presumere che questi due settori abbiano diversi punti di contatto.

La streammabilità – Il poker e gli eSport sono due fenomeni globali, che possono contare su una diffusione planetaria. Entrambi si prestano benissimo a essere streammati su Twitch, la piattaforma leader mondiale dello streaming videoludico. Sono tantissimi gli streamer che si occupano di poker e videogame, contribuendo al loro successo e alla loro crescita di popolarità.

L’accessibilità – L’universo del gambling e quello del gaming sono praticamente accessibili a chiunque (indipendentemente dall’età, dal sesso o dalla localizzazione geografica), in qualunque momento. È sufficiente disporre di un computer o di un dispositivo mobile dotati di una buona connessione a Internet (nel caso del poker, anche di una piccola somma di denaro iniziale che ci si può permettere di perdere senza rischi). Poker ed eSports, inoltre, non richiedono di possedere particolari doti fisiche, ma skill e abilità che si possono facilmente acquisire con un po’ di pratica e dedizione.

La competitività – Nel poker e negli eSport ci si mette in gioco per vincere cercando di sconfiggere gli avversari. Questo genera uno spirito di competizione che spinge gli appassionati a cercare di migliorarsi costantemente, dedicando ore al cercare di migliorarsi apprendendo nuove strategie e tecniche di gioco. Anche perché il premio in palio, quando si diventa professionisti, può essere molto alto (fino ad arrivare a diversi milioni di dollari nel Main Event delle WSOP).

Conclusioni

Competitor ma non solo. L’industria del poker e quella del gaming professionale stanno iniziando a unire le forze per sfruttare una partnership che può portare a nuove opportunità di crescita e di guadagno.

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