Rieccoli…vogliono rifare l’Igica!

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Una delle maggiori perversioni dell’animo umano è rappresentata dalla coazione a ripetere sempre gli stessi errori, sottraendosi ad una valutazione oggettiva del proprio operato.

La vicenda dell’ex Igica è sicuramente emblematica in questo senso.

Il fallimento Igica

Quando sul finire degli anni ’90 il centro sinistra che governava il paese, acquisì il 100% delle quote azionarie dell’Igica, molti pensarono ad una svolta nella gestione dell’ambiente sul territorio comunale. I pochi perplessi, rispetto all’operazione che si stava realizzando, intravidero subito i limiti, palesando che ben presto l’igica si sarebbe trasformata in un carrozzone politico e clientelare.

Dopo qualche anno l’Igica cominciò ad andare in difficoltà fino a quando il tribunale di Napoli Nord ne dichiarò il fallimento. L’Igica lasciò in eredità 81 dipendenti che da soli valevano una spesa di 3,5 milioni all’anno.

L’Igica venne commissariata e di recente ha ottenuto una sentenza favorevole, da parte del tribunale civile, che condanna il comune di Caivano a pagare una somma di 2,5 milioni di euro in favore del commissario liquidatore per lavori eseguiti e mai pagati.

L’atto di indirizzo dei commissari

Dopo lo sciogliemento per infiltrazione camorristica, la commissione straordinaria, prima di passare la mano alla politica, revocò l’affidamento per il servizio di raccolta rifiuti alla ditta Buttol per affidarlo alla ditta Green line, azienda confiscata alla camorra.

Nel disporre l’affidamento, i commissari, nel gennaio 2020 adottarono un atto d’indirizzo nel quale demandavano agli uffici competenti di indire una gara pubblica per il servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti.

Quell’atto di indirizzo è rimasto lettera morta.

L’inizio delle proroghe

Dopo lo svolgimento delle elezioni nel 2020, il neo sindaco Enzo Falco non bandì nessuna gara e firmò la prima proroga per nove mesi alla ditta Green Line, successivamente firmò, a luglio 2021, la seconda proroga per altri 9 mesi, quest’ultima che scadrà il 31 aprile prossimo.

Il sindaco Falco si era impegnato a sottoporre al consiglio comunale un piano industriale che presumibilmente avrebbe dovuto migliorare il servizio e contenere i costi.

Il consiglio comunale non ha mai potuto nè leggere nè discutere quel piano industriale.

A 100 giorni dalla scadenza della seconda proroga disposta dal sindaco Falco, l’amministrazione comunale sarebbe intenzionata a non bandire nessuna gara, ma affidare il servizio a un’azienda speciale costruita ad hoc.

L’idea dell’Igica bis

L’idea è quella di acquisire le autorizzazioni in possesso della Green Line e l’iscrizione all’albo dei trasportatori dei rifiuti e a farne una propria partecipata.

Questo vuol dire che tutto rimarrebbe così com’è. Il comune divenuto proprietario della Green Line gestirebbe il servizio con le attuali modalità e cioè con una raccolta differenziata bassa, tra i 30 e i 35 % e con gli stessi organici con un costo del servizio complessivo che rimarrebbe inchiodato fra gli 8 milioni e gli 8,5 milioni di euro con tutte le criticità compiutamente denunciate dal consigliere di articolo Uno, Perrotta, in una sua interrogazione.

I cittadini di Caivano da questa operazione non hanno nulla da guadagnare, anzi, molto da perdere.

L’attuale coalizione a guida Falco, invece, ha molto da guadagnare. Infatti attraverso la partecipata potranno liberamente gestire eventuali assunzioni e nominare un consiglio d’amministrazione, un amministratore delegato e altri organi, dove eventualmete, sistemare altre figure.

Per orientare il consiglio comunale verso questa scelta è già iniziato il pressing del sindaco verso i componenti della giunta e sui consiglieri comunali. (Domenica affollata sul corso Umberto, anche senza isola pedonale)

Ricordare serve a non ripetere gli errori di ieri (chi era nella maggioranza alla costituzione dell’Igica?), e la speranza dei cittadini di Caivano, quelli perbene, quelli che pagano le tasse è che i consiglieri comunali votati dallo stesso popolo, boccino questa sciagurata ipotesi che si tradurrebbe solo in un ulteriore saccheggio delle casse comunali.

 

1 COMMENT

  1. La ricostruzione fatta è puntuale, ma parziale. I guasti per Caivano determinati dalla sciagurata decisione di diventare azionista unico di una spa ormai decotta sono sotto gli occhi di tutti. Purtroppo nessuno si è preoccupato di rendere pubblici i debiti lasciati in eredità ai caivanesi e se sono stati fatali alla dichiarazione di dissesto che l’amministrazione Monopoli dovette dichiarare per non continuare in una politica disastrosa per il paese. Oggi chi si appresterebbe a farla rinascere si pone in continuità con una politica condannata senza appello dal voto popolare. Capisco le aspettative di chi agisce nell’ombra per trarre profitto dalla non conoscenza della vera storia dell’Igica, ma farebbe bene a farsi da parte per il bene del paese.

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