Gli alunni del Braucci incontrano Erri De Luca

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Pomeriggio speciale al liceo Braucci, dove, il giorno 25 febbraio, dalle ore 15 alle ore 17, gli alunni hanno vissuto un’esperienza indimenticabile: l’incontro con Erri De Luca, napoletano, scrittore, giornalista, poeta e traduttore.

Il suo esordio come scrittore avviene nel 1989, all’età di quarant’anni, quando pubblica il suo primo libro ‘Non ora, non qui’, in cui rievoca gli anni trascorsi nella sua Napoli, seguito dalla pubblicazione di diverse opere di narrativa, tradotte in 30 lingue.

Ha organizzato l’evento e coordinato gli interventi dei convenuti la vulcanica professoressa Monica Cartia, coadiuvata dai docenti del Braucci e validamente supportata dal dirigente scolastico prof. Claudio Mola, molto sensibile e pronto ad offrire ai giovani molteplici occasioni di formazione e di crescita umana e culturale.

Gli alunni, preparati e partecipi, hanno tempestato lo scrittore con un fuoco di fila di domande, che hanno toccato la sua vita e le sue opere.

Erri De Luca ha avuto modo, così, di spaziare dalla sua infanzia, vissuta in simbiosi col mare di Napoli, cui è ancora legato quasi in modo viscerale, alla tecnologia e all’invenzione del libro elettronico, che, anche se utile e opportuno perché contenente più testi, non può, nel modo più assoluto, sostituire il libro di carta.

A questo punto mi sono venuti in mente i libri su cui noi studiavamo più di cinquant’anni fa, che diventavano parte integrante di noi e della nostra vita, alcuni dei quali conservo ancora gelosamente.

Erri De Luca in collegamento con il Liceo Braucci di Caivano

Ad un giovane, che gli chiedeva poi quando si è pronti a staccarsi dal proprio guscio ed affrontare il mondo, ha offerto la bellissima metafora del dente, incastonato nella mascella, che, se strappato, non potrà trovar posto in nessun’altra mandibola; anche lui, trasferitosi da Napoli, resta con le radici nella ‘mascella napoletana’.

Quanta commozione nel rievocare la sua Napoli, di cui adora anche il dialetto, il luogo dell’anima, che gli ha insegnato la compassione, nel suo significato etimologico latino cum-pati= soffrire con gli altri, ma anche la vergogna, un sentimento che non si potrà mai dimenticare!

E’stato toccato anche il tema della guerra, che le nostre generazioni fortunatamente non hanno conosciuto, che è maledizione e dolore, un dolore che può essere addolcito con la parola, con la poesia, così come fece Omero, che trasformò in poesia il dramma della guerra di Troia.

La poesia e la letteratura ci permettono la ripresa da ogni catastrofe, la rielaborazione del lutto, ci forniscono le parole e suscitano le emozioni per stemperare il nostro dolore.

Prof.Galimberti

‘Meno computer, più letteratura’ ci consigliava nella trasmissione televisiva ‘In onda’ del 3 gennaio scorso, Umberto Galimberti parlando dell’infelicità dei giovani, la cui seconda causa di morte, dopo gli incidenti, è rappresentata da suicidi.

Con tanta semplicità, ma con tanta verità, Erri De Luca ha suggerito ai giovani l’antidoto all’angoscia esistenziale, che si è acuita con la pandemia e con le sue conseguenze sociali ed economiche.

Bellissima è stata anche la sua riflessione sull’adolescenza, età fondamentale per la formazione e la crescita, in cui sono racchiusi tanti ‘io’, che poi devono trovare la loro unità nella ‘persona’ e sulla funzione importantissima della scuola ‘che dava peso a chi non ne aveva, faceva uguaglianza’.

Ai giovani, che gli chiedevano poi il segreto per costruire il proprio futuro, lo scrittore, che per tutta la vita ha tenuto sempre fede ai suoi ideali, subendo anche procedimenti giudiziari, ha rivolto un caloroso invito a non lasciarsi andare ad una vita vuota e sterile, ma ad agire e ad orientare il proprio futuro, senza precorrere i tempi.

Mi è sembrato qui di udire il Leopardi, quando nel ‘Sabato del villaggio’ si rivolge al ‘garzoncello scherzoso’ con queste parole:

‘Godi, fanciullo mio; stato soave,
stagion lieta è cotesta.
Altro dirti non vo’; ma la tua festa
ch’anco tardi a venir non ti sia grave’.

L’incontro con lo scrittore e questo bagno con tanti giovani sono stati per me un momento di grande emozione e motivo di gioia, che hanno rotto la monotonia e l’ansia per la pandemia e per la violenta aggressione russa all’Ucraina.

Vedere, inoltre, i ragazzi così attenti e partecipi mi ha aperto il cuore alla speranza.

Ringrazio vivamente il dirigente scolastico, i docenti, gli alunni del Braucci, che mi hanno offerto la possibilità di vivere un pomeriggio veramente speciale.

2 COMMENTS

  1. Cara Franca,
    ti ringrazio per quanto hai voluto scrivere del nostro liceo di Caivano. le notizie che dai, stanno a dimostrare che gli anni bui del dissesto finanziario sono finiti e con l’arrivo di nuovi e preparati operatori culturali, cioè dirigente e docenti, nel liceo Braucci c’è aria nuova e sono felice per questo. Le nuove generazioni hanno bisogno di direzione oculata ed impegno qualificato di chi è preposto alla alla cura dei giovani, come tu hai voluto partecipato ai lettori. Quanto a te, sei la solita donna che sa fare di ogni occasione un impegno per il miglioramento dei nostri giovani. Grazie

  2. Cara Preside, a mio avviso e conoscendo l’alto spessore culturale che le appartiene, è la scuola che deve ringraziare lei per il suo intervento e principalmente per l’impegno profuso che impiega in ogni dove.

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