Gli antichi mestieri scomparsi: o’ funaro, a’ mpagliasegg e o’ muzzunar

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In questa rubrica più volte ho elencato e spiegato alcuni mestieri di tanti anni fa. Oggi altri tre mestieri, tutti scomparsi, con le tecnologie e il benessere.

O’ funaro : vendeva funi di canapa, il suo modo di lavorare – avvolgeva la corda retrocedendo rispetto alla matassa – è diventato una massima popolare : “ fa l’arte d’ò funaro “ definisce ogni sventurato che nella vita, va all’indietro.

Era detto anche curdaro, i più bravi erano di Frattamaggiore ed operavano all’aperto, proprio un artigiano frattese nei periodi estivi, si posizionava sul Corso Umberto a Caivano, di fronte all’attuale villa comunale, su un ampio marciapiede già dal primo mattino intrecciava la canapa, me lo ricordo ancora adesso, ero un ragazzino eravamo a metà degli anni 50 e lui mi prese così a cuore da regalarmi “ e curdicell “ ovvero le piccole corde per avvolgere le trottole.

A’ Mpagliasegg: Operava quando le sedie erano quasi tutte rivestite di paglia, nella maggior parte erano donne forti e nerbolute, portava sotto il braccio un fascio di sala (una paglia sottile e resistente) munita di “ spruoccolo “, un bastoncino liqueo intorno al quale distendeva i fili, e un grosso coltello per sfasciare la vecchia impagliatura.

Fino al dopo guerra era facile incontrarla nelle strade paesane e principalmente nei vicoli di Napoli,  figura tipica dell’800 e metà 900, tanto da essere ricordata da una canzone che recita “ è si signor , o pat è mastrasc,  e si signor a mamm e mpagliasegg, ma hanno fatt chella figlia che è na vera meraviglia, e pe sbagl è nata là “.

Mestiere in disuso ormai, sostituito dalle sedie prevalentemente di plastica o tutte in legno, attualmente ce lo ricorda un venditore di sedie che con un camioncino gira per i paesi e si annuncia con “ca sta o mpagliasegg signor, teng e seg bon e o prezz è buon, accattateve e segg “.

O’ MUZZUNARO : Raccoglitore di cicche … ad operare in questo settore erano soprattutto bambini ed anziani, accomunati da bisogni e restrizioni. Nell’800 diventò un vero mestiere, favorito dalle sigarette tutte senza filtro, venivano raccolte nelle piazze, nelle vie principali, se ne trovavano in grosse quantità nei bar e nei cinema, mestiere faticoso soprattutto per gli anziani, costretti a curvarsi ad ogni mozzicone.

Tutto questo fino a quando un raccoglitore ideò “o’ piglia muzzun“: legò all’estremità di un bastoncino un grosso ago e così senza curvarsi infilava le cicche, a fine giornata si eliminavano gli involucri di carta ed il contenuto venia messo ad essiccare, poi riempivano le bustine di tabacco e li vendevano su un tavolinetto davanti all’uscio del raccoglitore. Ero un ragazzino e mio nonno mi mandava a comprare la solita bustina giornaliera, raccomandandomi di farmi dare quella secca, ed io così mi rivolgevo al vecchietto seduto dietro al banchetto, e lui di risposta “ uaglio e accussi secc ca si arap nun o vir “ tradotto se apri la bustina non vedi il contenuto. Mestiere invogliato e non sanzionato dalle autorità, ovviamente per tenere le strade e le piazze più pulite.

Vi saluto promettendovi di raccontarvi la storia di tanti mestieri scomparsi…

 

 

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