Raffaele Imperiale e Bruno Carbone, i narcos che diventano collaboratori di giustizia

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Questa mattina, 6 dicembre, è stata presa la decisione di passare dalla parte dello Stato, nel corso dell’udienza celebrata davanti ai giudici della Decima sezione del tribunale del Riesame di Napoli. Raffaele Imperiale, 47 anni, e Bruno Carbone, 45 anni, hanno deciso di collaborare con la giustizia.

I due narcotrafficanti internazionali, arrestati nei mesi scorsi a Dubai e nel nord-ovest della Siria dopo una lunga latitanza, hanno iniziato la propria collaborazione con la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. A riportare la notizia del pentimento di entrambi è il portale Stylo24.it. Tante verità scomode saranno svelate per i clan camorristici napoletani e in particolare per i gruppi della cosca degli Amato-Pagano, gli scissionisti di Secondigliano, e i gruppi loro alleati (Rione Traiano, Parco Verde di Caivano su tutte) che si rifornivano di ingenti quantitativi di cocaina proprio grazie al ruolo dei due broker Imperiale e Carbone che mediavano tra Europa e Sud America, prima con base in Olanda e poi, una volta attivamente ricercati a livello internazionale, a Dubai.

Sarà possibile ricostruire la storia di due narcos che per anni hanno lucrato sullo spaccio di droga creando delle vere e proprie piazze di spaccio a cielo aperto operative 24 ore su 24. Dal Rione Traiano al Parco Verde di Caivano, passando per il parco Monaco di Melito e il rione Salicelle di Afragola. Così come potranno fornire delucidazioni anche sui rapporti della camorra con altre organizzazioni criminali europee, a partire dall’Irlanda alla Bosnia.

La decisione di Imperiale e Carbone arriva a distanza di pochi mesi dai rispettivi arresti. Imperiale fu infatti catturato, grazie alla collaborazione delle autorità degli Emirati Arabi (che per anni hanno ostacolato le attività di indagini dei Paesi Occidentali, offrendo “rifugio” anche a presunti criminali), nell’agosto del 2021.

Bruno Carbone, socio di Imperiale, è stato invece bloccato nel marzo 2020 a Kaftin, nel nord-ovest della Siria da Hayat Tahrir al Sham (HTS), una milizia jihadista, affiliata fino a qualche anno fa all’organizzazione terroristica al Qaida, e consegnato – attraverso la mediazione degli Emirati Arabi e della Turchia – alle autorità italiane. 

Chi è Raffaele Imperiale

Nato a Castellammare di Stabia il 24 ottobre 1974, inizialmente noto agli inquirenti come “Lello di Ponte Persica“, Imperiale è stato capace di costruire un imponente network di trafficanti internazionali, in particolare di cocaina. L’attività di brokeraggio internazionale ed il rapporto d’affari con la criminalità organizzata partenopea sono stati cristallizzati nella prima decade del 2000, quando sono stati documentati contatti con camorristi del clan Di Lauro di Secondigliano, tra cui Elio Amato ed Antonio Orefice. Tale legame è sopravvissuto alla scissione degli Amato dai Di Lauro nel corso delle tre faide di Scampia.

Il patrimonio illecitamente accumulato gli ha permesso di acquistare sul mercato nero due dipinti di Van Gogh di valore inestimabile, rubati nel 2002 ad Amsterdam in Olanda e ritrovati dalle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Napoli in una vecchia villa a Castellamare di Stabia nel 2016 e restituiti al museo di Amsterdam dedicato al pittore olandese.

Vittima da ragazzo di un tentativo di rapimento al quale riesce misteriosamente a sfuggire, eredita dal fratello maggiore un coffee shop ad Amsterdam e da qui inizia la sua carriera criminale, tessendo pazientemente contatti e alleanze con i narcos sudamericani, con il clan Amato-Pagano – destinato a diventare famoso come clan degli Scissionisti – che gli consentono di diventare uno dei maggiori fornitori di cocaina delle piazze di spaccio partenopee, e con organizzazioni criminali di mezza Europa, dalla Bosnia all’Irlanda.

 

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