La lezione del Prefetto Filippo Romano al consiglio comunale

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Nella seduta del consiglio comunale del 24 marzo tra i vari punti all’ordine del giorno c’era l’intervento dell’incaricato del ministero dell’Interno per il contrasto del fenomeno dei roghi della regione Campania.

Il Prefetto Romano è intervenuto in consiglio per quasi un’ora secondo una precisa scaletta di temi che ha affrontato nel suo intervento. In primo luogo i consiglieri comunali presenti nel civico consesso hanno ascoltato una dotta esegesi del codice dell’ambiente, poi il prefetto si è dilungato sul ciclo dei rifiuti e in particolare sulla necessità di assicurare un’efficace raccolta differenziata per ridurre la possibilità di sversamenti illegali.

Il terzo tema affrontato è quello dei campi Rom che spesso diventano attrattori di processi illegali dei rifiuti speciali in particolare attraverso lo smontaggio di autovetture per recuperare metalli che hanno un cospicuo valore di mercato.

Per ultimo il prefetto ha indicato le linee di azione del suo mandato a partire dallo stanziamento in favore dei comuni di Giugliano e Caivano di circa 4 milioni di euro per la caratterizzazione di cumuli di rifiuti presenti nei due territori e il loro smaltimento in discarica.

Il particolare il prefetto Romano ha sottolineato la necessità di assicurare una continua sorveglianza del territorio per impedire l’accumulo dei rifiuti che poi vengono utilizzati per innescare incendi.  Il prefetto ha onestamente chiarito che le somme stanziate dal ministero sono esigue e potrebbero essere inutili se non si impedisce il formarsi di nuovi accumuli.

Per spiegare meglio questa sua preoccupazione è ricorso a una felice metafora cioè che in caso di un allagamento è inutile prosciugare se non si chiude prima il rubinetto. Il prefetto Romano nel suo intervento, nel fare riferimento anche al ruolo che svolge come commissario prefettizio in un comune siciliano ha sottolineato come la riscossione della Tari sia un obiettivo essenziale da perseguire da parte degli amministratori in quanto la spesa per sostenere il costo del servizio integrato dei rifiuti sia la prima spesa di un comune e che i mancati introiti possono dischiudere le porte del dissesto finanziario.

Un passaggio questo che dovrebbe essere opportunamente meditato da parte dell’amministrazione comunale, che negli ultimi anni riesce a riscuotere poco meno del 50 % della tassa sulla spazzatura. Infine il prefetto Romano si è avventurato su un terreno non propriamente tecnico, avvertendo che in un paese quando la paura disgiunta dalla razionalità, dilaga, è incontrollabile, sottolineando di come ci sia una sostanziale differenza tra paura reale e quella percepita, a questo proposito ha fornito un dato statistico a molti sconosciuto.

Molti pensano che l’aggressioni degli squali nei mari a danno degli esseri umani sono in numero rilevante, in realtà non supererebbero poche decine in un corso di un anno, a fronte degli incidenti procurati dalle mucche a danno degli agricoltori che sarebbero nell’ordine di un migliaio.

Lezione da trarre: attenti alle mucche!

Esaurita la lezione ad una platea attenta e interessata, alle ore 19 il prefetto Romano ha salutato tutti, ha indossato il cappotto e sciarpa e ha lasciato il consiglio comunale, per andare altrove per altri impegni.

I problemi continui di Caivano

Quello che non poteva dire il prefetto Romano perchè esulava dai suoi compiti e dalle funzioni era il ruolo dello Stato negli ultimi decenni, uno Stato disattento che non si è accorto per tempo del fenomeno delle ecomafie che ha devastato gran parte della regione Campania.

Le ecoballe di Pascarola

Uno Stato che non ha sviluppato una reale integrazione della popolazione Rom facendo sì che i campi diventassero centri di riciclaggio dei rifiuti speciali.

Uno Stato che è stato più attento, con le articolazioni regionali, più sui Cdr e per gli inceneritori che sulla raccolta differenziata. Per queste inadempienze dello Stato, la regione Campania ha pagato un prezzo altissimo e ancora più Caivano.

Nell’area di Pascarola c’è un Cdr dove sono ammassate 410.000 tonnellate di ecoballe. (come comunicato dal consigliere Della Rocca) A pochi chilometri da Caivano (ad Acerra) c’è un termovalorizzatore tecnologicamente obsoleto che sparge diossina.

I roghi tossici non si sono mai spenti, manca un adeguata sorveglianza sul territorio (con droni e altro). La raccolta differenziata non supera il 30-32 %.

Questo è il quadro reale in cui vivono circa 37.000 abitanti, quelli di Caivano, che ogni giorno devono sopravvivere in condizioni ambientali tragiche.

Di questo occorrerà, forse, confrontarsi col prefetto Romano o altri autorevoli rappresentanti dello Stato.

Per adesso il consiglio comunale su proposta del Pd ha approvato due mozioni in materia ambientale. Una col concorso della minoranza attraverso il recepimento di alcuni emendamenti. Una seconda mozione approvata a maggioranza con l’assenza delle minoranze che avevano abbandonato per protesta il consiglio comunale, ritenendo che su questa non avevano avuto il tempo necessario per approfondire in quanto scritta all’ordine del giorno solo all’ultimo momento.

Quanto queste mozioni possono cambiare veramente il volto di Caivano e il destino dei cittadini sarà solo il futuro a stabilirlo. Nel frattempo i consiglieri comunali aspettano di sapere quali saranno i prossimi passi, ovvero gli step,  annunciati dal sindaco nel suo intervento.

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