Il 18 maggio, in piazza San Pietro a Roma, Papa Leone XIV ha celebrato la messa
d’inizio del suo pontificato. Si è trattato di un avvenimento di estremo interesse per
quanti credenti o non, volevano ascoltare le sue parole e capire come il nuovo Papa
volesse guidare tutti i membri del POPOLO DI DIO verso un mondo fatto di
pace e amore.
A tale scopo con la presenza di circa duecentomila persone ha celebrato la sua prima
messa di Papa appena eletto facendo capire quali fossero i suoi intendimenti.
Infatti, con l’uso massiccio del latino e del greco antico, ha posto la Chiesa cattolica
in continuità con il pensiero occidentale. Ma non si è limitato solamente a questo
perché, facendo riferimento all’esistenza dell’Uno come la sola realtà in cui le
diversità confluiscono, ha voluto indicare nella realtà soprasensibile il fine da
perseguire da tutti, per congiungersi con il Sommo Bene. Cosa che ha fatto nella
consapevolezza che il cristianesimo ha fatto propri gli insegnamenti di Parmenide e Platone.
Infatti, il primo ha teorizzato l’esistenza dell’eternità dell’Uno, il secondo dell’esistenza della metafisica come realtà reale e spirituale, non verificabile nella
vita terrena, ma da cercare in se stessi come ci ha insegnato Sant’Agostino. Insomma la fede si deve alimentare di Amore e Unità che è frutto di Carità e
Santificazione. Infatti, essa è la sola essenza del reale che può dare risposte concrete alle domande, inquietudini e speranze del mondo moderno.
Insomma il cristianesimo può salvare il mondo dalle tante guerre che lo tormentano.
Soprattutto perché siamo “Fratelli Tutti “ come aveva scritto nell’enciclica citata
Papa Francesco. Insomma, il messaggio che Leone XIV ha inviato ai potenti della
terra presenti alla sua prima messa da Papa è quello della necessità di lavorare per la
pace che non c’è, e impegnarsi nell’aiuto ai poveri che devono essere sentiti come
carne della propria carne, come ha voluto il Cristo Risorto.
E così sia!
