Museo Campano, Rosalia Santoro racconta l’arte di Lello Esposito

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L’impegno di portare il Museo Campano a livelli di internazionalità di cui ha parlato la presidente Rosalia Santoro quando ha ricevuto il suo mandato dal presidente della Provincia Giorgio Magliocca, è stato portato a termine ed attuato ieri sera, mercoledì 6 luglio, con la presentazione del libro “Rosalia Santoro racconta l’arte di Lello Esposito dalla mitologia all’esoterismo” e con il vernissage della mostra delle opere del grande Maestro Lello Esposito che restano nella splendida cornice del Museo Campano fino al 22 ottobre.

Un parterre d’eccezione e grandi nomi dell’imprenditoria, della cultura e delle istituzioni, artisti e nomi illustri del mondo dello spettacolo erano presenti a questa serata che si è rivelata essere davvero l’evento dell’anno.

Le presentazioni del libro e delle opere da parte di Rosalia Santoro e di Lello Esposito, all’ombra delle Matres in colloquio con le Sirene, l’omphalos e Pulcinella, Diana Tifatina, la Janara ed il Vesuvio, simboli e soggetti dell’arte di Esposito raccontati nel testo di Santoro, hanno affascinato i visitatori che si sono sentiti trasportati in questo mondo antico fatto di leggende, misteri e miti, nel mondo ambivalente della città di Napoli. Il racconto affascinante di Santoro, sotto il cielo di Palazzo Antignano , ha ammaliato gli ospiti presenti.

La serata è proseguita in convivialità, al suono del violino della
bravissima Fabiana Sirigu, prima violinista di Antonello Venditti e si è conclusa con un mini concerto a sorpresa della grande Monica Sarnelli che ha regalato agli ospiti 3 canzoni.
“Quando il presidente della provincia Giorgio Magliocca– afferma Santoro – mi ha affidato questo difficile compito, mi sono messa subito al lavoro per portare questo museo dove merita di essere, nel circuito Internazionale. Abbiamo fatto squadra con il consiglieri Carmela Del basso e Fausto Beato e con il direttore Gianni Solino.

Abbiamo lavorato duramente! Con pochissimi fondi a disposizione non è stato facile per niente, ma ci abbiamo messo cuore ed anima ed in un solo anno siamo riusciti nel nostro obiettivo. Stasera abbiamo raggiunto davvero l’Internazionalità essendo riusciti a portare le opere del Maestro Lello Esposito nel nostro museo.”


“Quando ho visto le collezioni del museo- ha affermato il maestro Lello Esposito- sono rimasto affascinato da tanta bellezza e mi sono immaginato le Matres come dovevano essere piene di colori, così ho voluto lasciare le mie opere a fare quasi da sfondo a queste magnificenze. Sono davvero felice di esporre in una cornice così magica”.

“Con le opere di Lello Esposito – racconta Santoro nel suo libro- si
penetra totalmente ed interamente nel mondo misterioso dell’esoterismo e nelle viscere dei misteri di Napoli. Leggende, alchimia, magia si fondono con la materia nelle mani di Lello e da qui vengono fuori opere d’arte legate da un immaginario filo conduttore che poi è lo stesso che rende Napoli unica al mondo. Le opere di Esposito trasudano l’essenza di Napoli anche nei materiali utilizzati, esplodono dei colori, della materialità, delle grida, della confusione o “ammuina”, di quella gioia di vivere e quella volontà che spinge ad andare avanti nonostante tutto
ma nello stesso tempo nascondono la volontà di rispondere a rituali esoterici legati a superstizioni e leggende di cui gli usi, i costumi e, più in generale, tutta la cultura partenopea sono permeati.

L’arte di Lello rende a 360 gradi il mondo napoletano, che nel suo
approccio alla vita di tutti i giorni, nella sua modalità di affrontare
i problemi e gli ostacoli che gli si presentano, nel suo colorito
linguaggio e nella sua propensione a gesticolare, lascia trapelare
tradizioni e superstizioni che affondano le loro origini nelle credenze e nelle simbologie profonde che si sono tramandate nel corso dei secoli. Quanto accade a Napoli potrebbe apparire “antico” in tante altre parti del mondo ma le motivazioni irrazionali che spingono al culto di questi spiriti e al legame verso le tradizioni sono profondamente e, oserei dire, gioiosamente radicate nel popolo napoletano.

Seppur consapevoli dei fondamenti non certo scientifici di alcuni gesti scaramantici e alcuni rituali benaugurali, il napoletano, di qualsiasi livello culturale si tratti e a qualsiasi ceto sociale appartenga, sembra non avere alcuna voglia di prendere le distanze da alcune convinzioni e tradizioni che, anzi, rispetta con fierezza. Ecco quello che c’è nelle opere di Esposito. Tutta l’essenza dell’essere napoletano e il dualismo che caratterizza Napoli.

C’è il bianco e il nero, il bene e il male, il positivo e il negativo,
il mascolino e il femminino, l’unione degli opposti, il tutt’uno che si scinde e si riunisce; c’è la fede e la superstizione, il maledetto e il benedetto, il buio e la luce, il logico e l’irrazionale, le usanze e la
filosofia di vita. C’è l’essenza profonda di quel “non è vero, ma ci credo” che racchiude mille sfaccettature di una città dalle infinite anime e dal dualismo perpetuo”

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