Una storia di violenza è stata smascherata da oltre un mese e resa nota solo nelle ultime ore. Due cugine 13enni sono state abusate più volte da un gruppo di ragazzi, tutti adolescenti tranne uno, un giovane di 19 anni, rinchiuso nel carcere di Poggioreale dopo la denuncia delle famiglie ai carabinieri della compagnia di Caivano. Ieri mattina il Tribunale per i minorenni ha confermato la permanenza delle due cuginette in una casa famiglia nell’hinterland napoletano dove – su indicazione dei servizi sociali – erano state trasferite nei giorni successivi alla denuncia dello stupro.
Si conosce ancora poco della vicenda, ma secondo quanto emerso, il fatto è ancora legato al rione Iacp, a pochi passi dove venne uccisa la piccola Fortuna Loffredo e con un gran lavoro dei carabinieri della compagnia di Caivano con il prezioso ausilio della Polizia Locale si è messo fine a questa ennesima brutta pagina cittadina.
La violenza subita dalle due adolescenti – la cui difesa è stata affidata dai genitori agli avvocati napoletani Angelo Pisani, Antonella Esposito e Clara Niola – risale alla prima settimana di luglio quando, una sera, intorno alle 19, le bambine vengono attirate con l’inganno in un capannone fino a qualche mese fa utilizzato dai clan per vendere droga ma poi abbandonato anche dagli spacciatori. «Le hanno convinte a seguirli con la scusa che lì avrebbero potuto giocare senza essere disturbati – racconta l’avvocato Pisani – purtroppo il “gioco” si è trasformato ben presto in tragedia. Quanti erano? Almeno sei, forse anche di più dal racconto delle vittime: gli inquirenti sono ancora al lavoro per accertare fatti e dinamiche, temo che possano venire fuori altri orrori».
«Al momento sono stati sequestrati i telefoni cellulari, poi – aggiunge l’avvocato Esposito esperta nella tutela dei minori – bisognerà capire quali provvedimenti saranno adottati in base all’età dei ragazzi, qualcuno potrebbe avere anche meno di quattordici anni». La denuncia da parte delle famiglie delle due giovanissime vittime risale ai primi giorni di agosto quando, grazie alla complicità di un comune amico, il fratello più grande di una ragazza viene a sapere che cosa hanno fatto alla sorella e a sua cugina. A quel punto per i genitori di entrambe non è difficile ottenere la conferma delle violenze subite: le ragazzine – come hanno poi raccontato anche agli assistenti sociali – non vedevano l’ora di liberarsi del peso che si portavano dentro da giorni.
«Probabilmente non avrebbero mai rivelato niente, temevano la reazione della banda, teppisti della zona – aggiunge l’avvocato Angelo Pisani – per fortuna qualcuno ha rotto il patto di omertà che regna tra chi vive al parco Verde di Caivano e ha deciso di parlare. E speriamo che stavolta serva a qualcosa». Le ragazzine sono state visitate prima all’ospedale Santobono e poi al Cardarelli, ai medici hanno confermato il drammatico racconto di quelle ore di abusi e violenze. Non solo. Nel verbale redatto dagli specialisti dopo aver interrogato una delle due si legge che «circa due o tre mesi fa, la ragazza non ricorda esattamente la data, un ragazzo di diciannove anni a lei noto la conduceva in una casa abbandonata in un parco e, dopo averla minacciata, la obbligava ad abbassarsi i pantaloni e lo slip e la costringeva ad avere un rapporto contro la sua volontà».
Nella nota della Procura presso il Tribunale per i minorenni si legge inoltre che le ragazze «erano e sono esposte nell’ambiente familiare a grave pregiudizio e pericolo per l’incolumità psico-fisica. Emerge dagli atti che sono state vittime di gravi abusi sessuali da parte di un gruppo di coetanei». Da qui la necessità di allontanarle dal parco Verde, terra di grande povertà, tra degrado e abbandono, dove manca perfino l’illuminazione, le case cadono a pezzi, i servizi non esistono e l’unica cosa che si trova sempre e in abbondanza è la droga: il parco Verde è ormai diventato la piazza di spaccio più grande d’Europa.
«Inutile sottrarre due ragazzine alle famiglie quando ne restano tante in condizioni drammatiche – conclude l’avvocato Pisani – all’aggressione si aggiunge anche il dolore del distacco. Lo Stato farebbe bene a occuparsi delle periferie abbandonate ma soprattutto dei diritti dei bambini. Ascoltare il racconto di quelle ragazzine, ma anche il loro approccio alla vita, alla sessualità, fa venire i brividi. Bisogna intervenire con forza. In che modo? Rendendo le case dignitose, contrastando lo spaccio, offrendo alternative alle famiglie sane penalizzate dall’assenza delle istituzioni e delle amministrazioni che, in alcuni casi, andrebbero sciolte al pari di quelle commissariate per camorra o corruzione»
Solidarieta’ massima alle bambine e alle famiglie, grazie alla prontezza dei Carabinieri e a quanti hanno reso possibile assicurare alla cosiddetta “giustizia” i responsabili,una maledizione a chi ha reso possibile questo insediamento così come una maledizione a chi ha reso possibile l’ insediamento delle balle di ” monnezza” a caivano.e’ ora di finirla di dire che e’ colpa di pochi al parco verde e’ la stragrande maggioranza che vive di illegalita’ gli onesti sono ” i pochi”