Caivano e i suoi materassi, una storia che si ripete all’infinito

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“Un giorno all’improvviso, mi svegliai a Caivano… Il cuore mi batteva, non chiedermi perché… Era solo vergogna!” L’ironia di questa perifrasi parte dal presupposto che ormai i problemi esistenti a Caivano sono tanti, e forse per sopportarli, occorre un po’ di ironia.

Non è possibile trovare sul Corso Umberto I dei materassi abbandonati e messi in bella mostra, come se fossero opere architettoniche da mostrare ai cittadini che passeggiano.

L’isola ecologica offre purtroppo un servizio a rilento per il deposito di ingombranti e coloro che hanno provato a consegnare dei rifiuti, sentendosi dire che non c’è spazio per la consegna, hanno riportato a casa la spazzatura. Alcuni hanno aspettato e l’hanno lasciata nelle proprie abitazioni, altri per reazione e rabbia l’hanno abbandonata per strada.

Non è l’unico caso de il Corso Umberto, un altro materasso è stato abbandonato a via Colanton Fiore, tra scatoloni sporchi di pizza ed altri rifiuti lasciati a marcire da giorni.

Il discorso è sempre a monte: la civiltà che manca, da parte di entrambi gli “attori”. Da un lato, un’amministrazione carente in termini di analisi, gestione e risoluzione della questione rifiuti, dall’altra, il cittadino che crede di poter risolvere i problemi, abbandonando per strada i rifiuti ingombranti.

Il reazionismo caivanese è lampante, sembra esista un virus che ormai contagia molti, il populismo accecante, derivante, forse, dalla politica nazionale o ancor di più dalla disperazione. In ogni caso, chi vincerà mai questa battaglia?

Intanto, assistere a tale degrado, ogni santo giorno, è una brutta sensazione per chi vive onestamente in un paese, e dopo tante azioni scellerate e abusi politici, chiede solo di poter innamorarsi ancora una volta della propria città. 

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