Antonio Natale, benedizione in forma privata. Borrelli:”La madre non ha potuto mettere la data della morte sulla lapide”

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“La madre non ha potuto mettere la data di morte sulla lapide. Solo i suoi carnefici la conoscono purtroppo. Bisogna smantellare con determinazione le piazze di spaccio nel Parco Verde di Caivano. Il rogo dei pullmini è l’ennesima sfida dei camorristi allo Stato. ”

Lo ha detto Francesco Emilio Borrelli, consigliere regionale di Europa Verde che con Agostino Galiero, rappresentante di Europa Verde per il territorio a Nord di Napoli, ha sentito di manifestare la vicinanza ai familiari di Antonio recandosi al cimitero presente ieri mattina alle 7.

“Ieri mattina ho voluto abbracciare ancora una volta i familiari di Antonio Natale. In forma privata si è svolta la benedizione del 22enne scomparso misteriosamente e ritrovato privo di vita nelle campagne alle spalle di un campo rom dopo 14 giorni.

Quando ho abbracciato la sua mamma mi è sembrato di abbracciare tutte le mamme del mondo. Sono rimasto commosso dalla scena di questa mamma mentre accarezzava la foto del figlio come se fosse ancora vivo. Quasi schiantata. Non so come un genitore possa sopravvivere alla morte di un figlio. Anche nel caso di un ragazzo, come Antonio, che aveva preso una brutta strada. Questa mamma lo amava così tanto da denunciarlo, ma non è riuscita a salvarlo. Questa donna, questa mamma non va lasciata sola.

Questa famiglia va sostenuta, tutte le persone per bene del Parco Verde vanno sostenute. Perché non ci siano più degli Antonio Natale. Le indagini vanno avanti e non è un mistero che su questa tragedia aleggi l’ombra sanguinaria dei venditori di morte.

Occorre che l’attenzione sul Parco Verde resti altissima. Quelle piazze di spaccio vanno smantellate con grande determinazione. Giovedì è arrivato l’ennesimo segnale inequivocabile della malavita che ha dato alle fiamme i pulmini che accompagnano i bimbi, una chiara sfida allo Stato, che non deve e non può indietreggiare. Non si dimentichi lo strazio della madre di Antonio che sulla bara del figlio non ha potuto scrivere nemmeno la data di morte, quella la conoscono solo i carnefici purtroppo”

 

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