Caivano è uno dei paesi peggio amministrati a nord di Napoli. Lo dimostra lo stato pietoso in cui versa la rete stradale: vere voragini che si aprono in ogni dove. Allagamenti dopo ogni pioggia, una rete idrica arcaica e che disperde più acqua di quanto ne distribuisca.
A tutto questo va aggiunta la penuria degli spazi collettivi destinati allo sport e alle attività ricreative. Chiuso da tempo immemore il campo sportivo ‘E.Faraone’, chiusi gli impianti sportivi di via Necropoli, chiuso il teatro ‘Caivano Arte’. Mai attivati gli impianti sportivi di via Sant’Arcangelo.
Un contesto difficile aggravato dalla pandemia che ha prodotto un ulteriore collasso delle attività economiche presenti nel paese. Molti negozi hanno chiuso e non hanno più riaperto.
Un paese per vecchi dove i giovani non trovano spazi e luoghi di aggregazione. Periferie abbandonate, frazioni isolate e pochi collegamenti con gli altri paesi e la città metropolitana di Napoli.
Tasse troppo alte
A fronte di questo sfascio i caivanesi pagano tasse altissime per l’Imu, Irpef, le tariffe dell’acquedotto, ma soprattutto per la tassa dei rifiuti urbani che rispetto agli altri comuni è sproporzionata rispetto al servizio reso ai cittadini e in palese contrasto con i costi standar previsti dal legislatore in materia.
Un paese disamministrato che rischia di finire nuovamente in dissesto finanziario.
Il comune di Caivano ha un altro ineguagliabile primato: quello di non riuscire a spendere i soldi stanziati dallo Stato. Solo nell’ultima seduta del consiglio comunale, quella del 30 novembre, l’amministrazione comunale ha stabilito come ripartire la somma di oltre 3 milioni di euro che lo Stato ha erogato ai comuni in dissesto.
Bisognerà, però, aspettare ancora tempo per vedere aperti i cantieri per il rifacimento di strade, scuole e altre infrastrutture.
In attesa dei buoni spesa e a sostegno delle famiglie
Si sono perse, invece, le tracce dei 920 mila euro stanziati, sempre dallo Stato, quale sostegno alle famiglie in difficoltà per la pandemia. Ad oggi non si comprende come l’amministrazione voglia sostenere le famiglie caivanesi con questi soldi, mentre altri comuni hanno già emesso bandi e sono in corso le procedure.
Pare che l’amministrazione Falco voglia utilizzare solo una piccola parte di questi soldi per i buoni spesa, mentre si voglia dirottare le somme sulla Tari e sulla mensa scolastica. Questa è solo una voce da marciapiede, visto che non si comprende come si possano utilizzare fondi covid per altri fini.
I caivanesi aspettano speranzosi…