Passata è la tempesta. Riflessioni sull’elezione del Presidente della Repubblica

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‘Passata è la tempesta

odo augelli far festa, e la gallina

tornata in su la via,

che ripete il suo verso’ (G.Leopardi)

Sembra che questi primi versi del canto leopardiano ‘La quiete dopo la tempesta’ siano la metafora perfetta di quanto è avvenuto nell’aula di Montecitorio per l’elezione del Presidente della Repubblica.

Dopo una settimana defatigante, in cui si sono succedute ben otto votazioni dei nostri onorevoli parlamentari, che tanto onorevoli non si sono dimostrati, si è scelto di non scegliere e di andare sull’usato sicuro con la rielezione del Presidente uscente Sergio Mattarella.

Tutti si sono dichiarati soddisfatti, tutti hanno affermato di aver operato nell’interesse degli Italiani, tutti hanno vinto.

La tempesta è passata, gli onorevoli-augelli fanno festa, possono godere di un meritato riposo e, perchè no, seguire l’evento canoro del festival di Sanremo, comodamente sdraiati in poltrona.

C’è da scommettere che non provano un minimo di vergogna per l’indecoroso spettacolo offerto e che, come la gallina leopardiana, che ripete il suo verso, ripetono all’infinito le loro ridicole giustificazioni: gli ostacoli insormontabili incontrati per i veti incrociati, la presenza di peones insubordinati.

Avendo molto tempo a disposizione ed essendo molto interessata alle vicende politiche e alle dinamiche parlamentari, ho seguito fino a notte inoltrata le varie maratona-Mentana, i Porta a Porta di Vespa, gli otto e mezzo di Gruber ed altri talk show televisivi ed ho potuto riflettere in maniera approfondita su quanto avveniva.

La prima cosa che mi è apparsa molto evidente, sin dal primo momento, è che si è fatto di tutto, in maniera trasversale a tutti i partiti, per eliminare Draghi dalla partita Quirinale.

E’ vero che il presidente del Consiglio ha un ruolo importantissimo per portare a termine la legislatura e per ottenere i fondi del PNRR, ma Draghi è stato presentato come il ‘despota’, poco ‘piacione’, che tira dritto per la sua strada per realizzare il piano di riforme e di interventi, indispensabili per ottenere i fondi, oggi, più che mai, urgenti per la nostra economia, fiaccata dalla pandemia, dall’inflazione, nonchè da una gravissima pregressa situazione economica, con un enorme debito pubblico, il secondo più alto in Europa, dopo la Grecia.

Sono stati pubblicizzati, con superficialità e senza accordi condivisi, nomi anche di persone eccellenti, che sono finite nel tritacarne di una roulette impazzita. Senza alcuna certezza sono rimbalzati pubblicamemente annunci come ‘Benvenuta Signora Italia! La stavamo aspettando da tanto’ Elisabetta Belloni.

Alla lettura di questo annuncio è apparsa nitida alla mia fantasia l’immagine plastica della Repubblica Italiana, con le sembianze della dottoressa Belloni, biancovestita e cinta della fascia tricolore.

E’ stata mandata allo sbaraglio, con grossa irresponsabilità e scarsissima consapevolezza della situazione, la seconda carica dello stato, che, peraltro, non ha offerto uno spettacolo confacente al suo ruolo, quando, durante lo spoglio per la sua elezione, è stata sorpresa intenta a chattare invece di raccogliere le schede che il presidente Fico le porgeva.

Casellati al cellulare durante lo spoglio

Non sono cose di poco conto, ma segnali inequivocabili di scarsa correttezza istituzionale.

Le due coalizioni, se così si possono definire, sono apparse scollate e frammentate. Giustamente, da qualche giornalista, il centro destra è stato definito una colalizione ma con fratture, il centro sinistra una serie di fratture senza coalizione.

In entrambi gli schieramenti c’è un clima di sospetto, di mancanza di fiducia, e dall’esterno si ha, netta, l’impressione che nessun leader politico, tranne Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia, riesca a gestire le sue truppe.

E’ questa la morte del parlamento, la morte della politica.

A questo punto è legittima una domanda.

Come si governerà in questo anno cruciale?

Draghi sarà un ‘despota’ come definito da qualche giornalista, che, con l’appoggio di Mattarella, il quale ha riconosciuto come suo interlocutore solo il presidente del Consiglio, attuerà il suo programma con ‘lacrime e sangue’?

O sarà invece sottoposto allo stillicidio della cosiddetta politica, come è avvenuto negli ultimi due mesi, quando la sua azione di governo è apparsa alquanto appannata dai veti dei partiti?

Basterà la rielezione del Presidente Mattarella a salvarci dalla rovina?

Prendano esempio i nostri onorevoli parlamentari dai presidenti delle regioni e dai sindaci, che non vivono, beati, nelle ovattate e confortevoli stanza di Montecitorio e di palazzo Madama, ma affrontano quotidianamente le istanze e i problemi, talvolta drammatici, della gente comune.

Bellissima è stata l’immagine, a piazza del Quirinale, di tutti i presidenti delle regioni, dalla Sicilia al Friuli, che hanno portato il loro omaggio e il loro ringraziamento al neo eletto Presidente Mattarella, che, suo malgrado, nonostante gli ottanta anni, ha accettato un incarico gravosissimo, dimostrando, lui sì, concretamente, grande senso di responsabilità e uno smisurato amore per l’Italia e gli Italiani.

2 COMMENTS

  1. Attenta e suggestiva analisi per chi la legge cara Preside, scoraggiante per chi come me ha sempre avuto ben chiari ideali politici e li ha visti crollare in una settimana di pagliacciate da circo equestre.
    Questa politica non mi appartiene, questi “onorevoli” che a mio parere hanno disonorato e non onorato la nostra Italia, non meritano più la nostra fiducia.

  2. Cara Franca
    come sempre hai colpito nel segno la tua analisi non presenta lati deboli e fa onore ad una delle poche teste pensanti del paese. Mi fa piacere poi che anche chi non la pensa come te e me ha voluto su face book notificarti sia pure in modo garbato il suo parziale dissenso su aspetti che io ritengo secondari. Il fatto che Draghi possa essere visto come un affossatore della democrazia è almeno discutibile e se il pericolo reale è che il parlamento veda sminuito il suo ruolo non credo sia addebitabile all’attuale governo. A ben riflettere l’uso eccessivo del voto è consuetudine consolidata da sempre criticata ma mai sconfitta ormai da tempo. mi preoccupa di più l’uso dei voti durante i giorni di votazione per il nuovo presidente della repubblica da parte di gruppi parlamentari non troppo pensosi del bene collettivo del paese. Se la destra apparentemente lavorava per uno di destra all’interno dell’alleanza ognuno andava per suo conto: Salvini si voleva accreditare come vero leader che aveva prodotto l’elezione di uno di destra, La meloni tendeva a provocare la spaccatura della coalizione di destra e quindi le elezioni politiche che la dovevano incoronare come legittima premier ed infine Berlusconi che si faceva garante della necessità della ricostituzione di folti raggruppamento di centro. Quanto alla sinistra era fortemente preoccupata della fine del governo Draghi e del proprio futuro. Quanto ai cinque stelle è meglio calare un velo pietoso sulla sua incapacità di orientare le votazioni essendo tra l’altro in gruppo più numeroso. Io Non sono uno che si fida ciecamente dell’attuale presidente del consiglio stante la sua militanza passata al servizio del potere finanziario e visti i suoi interventi sempre insufficienti a favore dei più deboli, ma non mi sento di condividere il commento di un tuo interlocutore che su Face Book ne dice di tutti i colori. A lui si deve sa L’Europa ci fa credito e a lui se oggi abbiamo un Presidente ed un Governo. Non oso immaginare cosa avrebbe potuto avvenire in caso contrario e prendendo atto che la scintilla da te accesa comincia a dare frutti positivi e tanti commenti che sono il sale della democrazia ti ringrazio per la opera che stai rendendo alla rinascita di un pensiero critico anche a Caivano. Ciao e grazie

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