Caivano tra degrado e abbandono

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Parlare o scrivere di quanto avviene a Caivano è impresa ardua e forse titanica. Le deficienze dell’amministrazione perennemente in una crisi incomprensibile, si sommano allo spettacolo del degrado sempre più allarmante di un paese in agonia.  

La prima giunta ‘Falco’

Inoltre la ricerca affannosa di posti e poltrone da parte dei vari componenti di una maggioranza a composizione variabile, rende evanescente e a corrente alterna l’azione di governo della giunta e fa da sottofondo ad una emergenza sociale di proporzioni bibliche che non lascia spazi alla speranza.

Ormai i cittadini si sono convinti che la politica degli annunci del sindaco Falco non serve a risolvere i problemi, ma a farli andare in cancrena e non aspettano altro che liberarsi di una giunta incapace e non all’altezza dei bisogni reali del paese.

All’emergenza politica poi, si aggiunge l’agonia del vivere civile, messo in discussione anche dalla presenza massiccia del malaffare, dalla  diffusa violazione delle regole del vivere civile dei tanti bulletti che si avvicendano sulle strade del paese e rese impercorribili da un abbandono alquanto sospetto e fonte di atti fuori bilancio, e infine  dalla presenza massiccia della camorra che ormai è presente in pianta stabile nel paese.

A questo male assoluto nulla fa da freno o argine. La presenza dello Stato di diritto è un lontano ricordo e il Comune funge da assente ingiustificato. In tale vuoto di potere le istituzioni ecclesiastiche sono costrette a ripetere le esperienze del MedioEvo dopo la caduta dell’impero romano e quindi sempre più spesso si sostituiscono allo Stato. Purtroppo il lodevole impegno della chiesa non è destinato al successo, perché l’enorme vuoto di potere democratico che si è determinato non è colmabile con la sola partecipazione dei pochi e disarmati religiosi che nel territorio lavorano a loro rischio e pericolo. Servirebbe un impegno corale che tarda a venire e una legge speciale, come avvenne  con la legge Pica del secolo scorso che mise a tacere la rivolta contadina del meridione.  Perciò mentre Il Sindaco si appella alla mancanza di risorse umane che sono insufficienti ed inadeguate, dimentica che i nuovi occupati LSU, in assenza di formazione professionale, non sono pronti a svolgere compiti che sembrano titanici per loro.

                           Potrebbero essere impiegati in modo diverso?   

                                                      Sicuramente si!

A patto che qualcuno voglia impegnarsi a renderli professionalmente utili!

                                                 Sarebbe possibile?

                                     Si, se ci fosse una giunta capace!

Ma ritornando a quello che ritiene il Sindaco: per il contrasto alla camorra, bisognerebbe  potenziare  la presenza della polizia, sia locale che statale.

                                 Cosa giusta;  ma di la da venire. 

Quindi disegno insufficiente, se nel frattempo non si  programmano  e adottano  iniziative coerenti con obbiettivi concreti e perseguibili nei tempi brevi! Ormai i provvedimenti attesi sembrano fantasmi che, in attesa della loro comparsa effettiva,  giocano con i desideri dei cittadini che ci credono.

Comunque, se la presenza di un nucleo di polizia più adeguato è ormai indifferibile, non si può affidare solo alla repressione il compito di debellare un male che si sta rivelando sempre più come un male mortale per Caivano. In attesa del sole dell’avvenire bisognerebbe fare altre cose, come il potenziamento dei servizi sociali e l’arricchimento delle occasioni di vita sociale finalizzata a produrre  incontro e integrazione tra i cittadini, ecc…

Purtroppo la gente non vive più come una volta nelle tante agorà del paese e non si hanno notizie di  progetti per il vivere in comunità dei giovani e degli anziani né di una politica di sostegno per le iniziative  di eventuali circoli giovanili che possano ripetere l’esperienza dei circoli studenteschi degli anni sessanta che tanto lustro diedero al nostro paese. E, pur essendo indispensabile, non c’è una credibile azione di contrasto del dilagare della camorra nel tessuto connettivo del paese.

Il martirio della terra dei fuochi ormai continua nella rassegnazione dei caivanesi che pensano che sia ormai un fattore endemico del nostro territorio e non un mostro da debellare. Insomma  nulla si fa e nulla cambia sotto il cielo, mentre la politica locale si trastulla nel nulla eterno e nelle crisi ricorrenti.

Ogni tanto si organizzano passerelle, puntuali come la morte, e si tira a campare. L’ultima, o meglio la penultima sfilata, è quella realizzata in omaggio a Don Patriciello per l’avvertimento ricevuto ad opera dei soliti ignoti. Per l’occasione si è mobilitato il fior fiore dei rappresentanti delle istituzioni, che in pompa magna ha marcato il cartellino.

Si sono avvicendati, con telefonate e visite, il presidente De Luca, l’ex premier Conte, il presidente dell’antimafia con tutta la commissione e, fior da fiore, il Presidente della Repubblica On Mattarella. Poi c’è stata qualche azione dimostrativa delle forze di polizia e nulla più.  

Ad oggi non si hanno notizie di attività investigative e neppure di azioni di prevenzione degne di nota. Il silenzio è calato sull’accaduto e tutto è tornato come prima! Ancora una volta è stata l’iniziativa della forania ecclesiastica a squarciare il velo di silenzio calato sul paese. Nell’incontro tenutosi nella Chiesa di Don Maurizio nulla di nuovo! Il Procuratore Distrettuale Antimafia Giovanni Melillo, in una lucida analisi sull’esistente, ci ha detto quello che già si sapeva e cioè che a Caivano esistono alloggi occupati in modo abusivo, che le risorse umane sono insufficienti e poco qualificate, che lo stato è lontano e via dicendo. Quanto a provvedimenti le notizie sono in fieri e cioè in attesa.

Allora è l’ultima passerella? Speriamo di no, anche per non vanificare  la lodevole iniziativa della forania ecclesiastica di Caivano, Cardito e Crispano con la presenza del Vescovo Spiniello che testimonia la volontà di resistere della gerarchia ecclesiastica.

Quanto a Don Maurizio che  rischia in prima persona,  bisogna assicurargli sostegno e partecipazione. E non deve essere compito esclusivo dello Stato, ma di tutti noi!

2 COMMENTS

  1. Caro Pino,
    ho letto con molta attenzione il tuo articolo, che, solo casualmente è stato scritto in concomitanza col mio ‘L’aggressione alla villa comunale, un patto per la legalità a Caivano’.
    Questi due scritti, del tutto indipendenti l’uno dall’altro, ma frutto di un comune sentire di due ultraottantenni animati dagli stessi ideali, solo un grido di dolore per la triste realtà in cui siamo costretti a vivere ed un atto d’amore per la nostra terra, un tempo punto di riferimento dei comuni del circondario per la fervente vita politica e culturale: erano i tempi dei circoli studenteschi Leopardi e Leonardo e di persone di spessore come Crispino, Ciccio Russo, Martini, Faraone e Don Franco Donadio.
    Che fare? Rassegnarci?
    Mi sia innanzitutto consentito dare un consiglio al sindaco che conosco da tempo per il pregevole contributo dato in qualità di assessore alla mia amministrazione.
    In un colloquio privato di qualche tempo fa egli mi parlò della possibilità di istituire una struttura sanitaria di pronto soccorso per Caivano e per i comuni del circondario in un edificio del Parco Verde, inutilizzato, perchè non più adibito a scuola.
    E’ notizia di qualche ora fa dell’inaugurazione, a settembre, dell’università (facoltà di Medicina con annesso centro di ricerca, collegato con tutta l’Europa) a Scampia.
    La realizzazione di tale struttura, progettata quindici anni fa da Bassolino, presidente della Regione, e Iervolino, sindaco di Napoli, riqualificherà sicuramente un quartiere, tristemente noto per le vele e Gomorra, le cui strade saranno percorse da allegri sciami di studenti e di ricercatori di tutt’Europa.
    Ebbene il nostro sindaco colga la palla al balzo, sperimenti se i tanti illustri personaggi che si sono avvicendati nel Parco Verde vogliono solo fare comparsate e rastrellare voti o hanno veramente a cuore la rinascita di una realtà tanto sfortunata, ma che ha tante potenzialità e tanta voglia di riscatto.
    La scorta al nostro don Patriciello non basta!
    Un ultimo appello ai giovani ed in modo particolare a quel sindaco di quel consiglio comunale dei ragazzi del 2002, Antonio Esposito, un giovane promettente ingegnere trentenne, all’epoca alunno di III media della scuola Milani, che in un suo commento si dice’ combattuto per l’amore che provo per Caivano e l’odio per il degrado criminale in cui versiamo, indignato per l’incapacità di questo paese e ardentemente desideroso di scuotere le coscienze sane, che vorrebbero fare qualcosa di diverso’
    Bellissima anche la sua riflessione finale ‘custodisco i valori che lei ha trasmesso e cerco di trasferirli a coloro che, avendo scelto di restare, rappresentano l’unica vera resistenza di questo territorio’
    E’ questo il discorso di un vero leader RESISTERE-RESISTERE-RESISTERE.
    Questi giovani così puliti, così puri, così belli siano vita alla ‘Primavera di Caivano’

  2. Cara Franca, come sai io sono stato e resto un socialista, cioè di un partito di sinistra che purtroppo non c’è più e sicuramente non voglio che il populismo o l’affarismo si insedi nel nostro comune e lo guidi verso il baratro. Io ho solo voluto provocare una presa di coscienza in chi ha a cuore le sorti di Caivano e gli permetta di uscire da una crisi sociale paurosa. L’attuale giunta è troppo presa dalle porte girevoli e i singoli componenti della maggioranza sono intenti a uscire ed entrare dalle stanze del potere senza un apparente progetto per il paese. Quindi serve un impegno nuovo e immediato che produca una nuova primavera caivanese che sappia rinnovare la politica l’azione amministrativa, Servono i giovani come il tuo Antonio Esposito e l’ex allievo del Liceo Brunelleschi Mauro Pagnano e i tanti altri che sono rimasti nel nostro amato paese malgrado tutto. Io non so se nel parco verde si possa subito fare qualche cosa, ma penso che un presidio di libertà sia indispensabile per il vivere civile del quartiere e del paese, magari si potrebbe insediare un nuovo circolo Leopardi e rinnovare la presenza democratica di chi vuole salvare Caivano con il sapere, la cultura e l’integrazione al posto del degrado e il malaffare. L’impresa è ardua ma non impossibile e poi non tutto deve essere fatto dai sacerdoti. In attesa si potrebbe promuovere con il patrocinio del Comune un incontro tra i giovani di buona volontà proprio nei locali che hai indicato e discutere di possibili interventi finalizzati all’impegno ed integrazioni di quanti malgrado tutto vogliono la ripresa del vivere civile a Caivano.

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