Napoli e lotto, tombola, smorfia: un legame antico

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A Napoli la smorfia, il lotto e la tombola non sono solo una tradizione, un uso, un costume. Sono parte integrante della cultura e dell’anima della città e dei napoletani. Ma a quando risalgono le origini di questo che oggi è un divertimento? Beh come tutte le cose che si sono trasformate nel tempo anche questa non ha origini certe. Anzi, addirittura la prima forma di gioco del Lotto sarebbe riconducibile a un gioco a premi inventato a Genova nel 1576. Ma dall’altra parte c’è la smorfia, la tradizione nell’associare i numeri, ma soprattutto determinati significati sulla base di un sogno fatto. E infatti il termine smorfia potrebbe derivare da Morfeo, il dio del sonno nell’antica Grecia. Ed è dall’antica Grecia che vediamo la prima forma di “smorfia” quando Artemidoro di Daldi, scrittore e filosofo dell’antica Grecia, iniziò a studiare l’interpretazione dei sogni e delle visioni con scopi scientifici e didattici.

Napoli e il lotto, un legame lungo secoli

C’è chi ritiene che la smorfia tragga origine dalla Cabala ebraica dove ogni parola, lettera, segno e numero sono tutti riconducibili a un preciso significato. Così nella smorfia napoletana i numeri, da 1 a 90, sono legati a significati, e la stessa cosa accade per i sogni che portano persone, fatti e circostanze da ricondurre ai numeri della smorfia. Ed è per questo che “la paura fa 90”, “33 sono gli anni di Cristo”, “i denari sono 46”, “47 morto che parla”, e così via, per ogni cosa che accade c’è una propria spiegazione e un numero da giocare. Ma, diversamente da quel che si può pensare, il lotto non è nato a Napoli. Le prime forme di gioco relativi alle scommesse sui numeri risalgono al 1620 a Genova, quando il Lotto venne regolamentato in seguito alle scommesse, diffusesi largamente tra il popolo, sulla nomina dei membri dei Serenissimi Collegi della città. Attraverso divieti, minacce di scomunica, revoca e conferme, si giunse poi dal 1682, anno in cui si diffuse nella città partenopea alla sua definitiva legalizzazione nel 1817 con estrazioni settimanali.

E dal banco del lotto alla tavola di casa per la tombola il passo è breve. Nel XVIII secolo Frate Gregorio Maria Rocco, un domenicano molto influente al tempo, si oppose alla diffusione di questo gioco, secondo lui fuorviante e peccaminoso, specialmente sotto le sante feste natalizie. Con Re Carlo III di Borbone si trovò un accordo: durante il Natale era vietata ogni forma di azzardo. Ma il popolo napoletano, si sa, è sempre fantasioso e trovò subito l’escamotage per continuare a giocare, inventando una versione domestica del Lotto: la Tombola, appunto.

 Il lotto oggi, stessa passione ma strumenti diversi

La tradizione del lotto, le novità apportate dal superenalotto, del bingo e delle altre forme di gioco non sono mai state abbandonate. La passione per questi giochi resta ancora alta, solo che a cambiare sono le modalità di intrattenimento. Nel tempo in cui ogni attività si trasferisce online, anche il mondo del gioco, ed anche in una città come Napoli, che conserva da secoli un rapporto particolare con i numeri, ne esce stravolto. Dalle agenzie fisiche si è passati alle piattaforme digitali che fanno dell’immediatezza uno dei loro punti di forza. Se prima ci si recava al “bancolotto” per piazzare la propria giocata, ora in migliaia lo fanno semplicemente dal pc o dallo smartphone, beneficiando anche di promozioni: chi gioca alle slot può usufruire di free spin gratis anche senza effettuare un esborso in denaro, chi gioca a carte invece può operare gratuitamente grazie ai cosiddetti bonus benvenuto senza deposito, tramite i quali incontrare in rete migliaia di giocatori e iscriversi a tornei senza uscire di casa.

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