L’ex assessore Carmine Peluso vuota il sacco!!! (1 puntata)

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21 marzo 2023 rifacimento strade pascarola

L’ex assessore Carmine Peluso diventa collaboratore di giustizia e svela ai magistrati l’intreccio fra politica, camorra e imprenditori. Le prime dichiarazioni che sono quasi di dominio pubblico sono esclusivamente sue dichiarazioni/confessioni e nulla aggiunto dal giornale, che come sempre analizza situazioni cristallizzate con atti ufficiali.

Dopo tre mesi dal suo arresto, l’ex assessore della giunta del sindaco Enzo Falco ha deciso di collaborare con i magistrati titolari dell’inchiesta che ha portato nell’ottobre del 2023 ad una serie di arresti a Caivano che ha coinvolto camorristi, politici e funzionari.

Nel gennaio del corrente anno l’ex assessore Peluso rese dichiarazioni spontanee per avviare una collaborazione. Tra gennaio e marzo ha reso tre interrogatori, il primo il 25 gennaio nel corso del quale ha risposto alle domande dei magistrati confermando l’impianto accusatorio della Procura e fornendo ulteriori elementi su fatti e circostanze che non erano ancora delineati.

In questo primo articolo forniamo ampi stralci delle sue dichiarazioni e dei rapporti con il clan locale, quello Angelino con a capo Antonio detto Tibiuccio.

L’inizio del rapporto col clan locale

L’ex assessore in quota Italia Viva dichiara che già nel 2021, poco dopo l’elezione a sindaco di Enzo Falco, ci fu l’incontro. Queste le dichiarazioni del Peluso: ‘ Nel 2021 Armando Falco ed Alibrico Giovanbattista mi contattatoro dicendomi che Angelino Antonio detto ‘Tibiuccio’ mi voleva incontrare, loro due insistettero e mi accompagnarono a via Platone. Lì mi venne detto che tutte le ditte che vincevano gli appalti, non di Caivano, dovevano versare a loro l’estorsione. Per le ditte di Caivano, aggiunsero, già sapevano che dovevano pagare e presentarsi a loro, inoltre erano loro a indicare le ditte che dovevano aggiudicarsi i lavori.

Inizialmente, come indicato dalle dichiarazioni, Carmine Peluso rifiuta e va via, poi poco dopo viene contattato da Martino Pezzella, tecnico esterno più volte utilizzato dal comune di Caivano, gli viene detto che se non seguirà le indicazioni potrebbe avere ripercussioni.

Chi erano i politi coinvolti?

I magistrati chiedono espressamente all’ex assessore di elencare i politici coinvolti negli affari col clan Angelino.

Il Peluso dichiara quattro nomi di spicco. Alibrico Giovanbattista (detto Giamante), Falco Armando e Gaetano Ponticelli, consigliere di opposizione. Come tecnico vi era Martino Pezzella.

La figura di Armando Falco

I magistrati chiedono al Peluso di approfondire la figura di Armando Falco, ma parte della dichiarazione è oscurata (omissis), per indagini ancora in corso.

Il Peluso spiega il suo ruolo politico di segretario di Italia Viva Caivano, e che era in contatto col clan Angelino per notiziare sulle ditte che lavoravano man mano per il comune di Caivano. Lo stesso Falco, nipote del sindaco, rappresentò che loro non potevano proporre società al comune poichè ciò era appannaggio del funzionario comunale.

La rivelazione dell’indagine col sindaco, vicesindaco e marito.

Il Peluso dichiara che dopo che il sindaco Falco e il vicesindaco Antonelli furono chiamati in procura, lo contattarono e stesso loro organizzarano un incontro fuori Caivano. Si videro in un bar ad Aversa nei pressi dell’Unieuro dove era presente anche il marito della Antonelli, Angelo Marzano. Il sindaco e vice sindaco riferirono al Peluso i contenuti della loro audizione. Mi dissero che non avevano riferito tutto.

Le domande sui Ciccarelli

Il Peluso risponde anche a domande sulla Famiglia Ciccarelli del Parco Verde. Il neo pentito conferma che Carlo Ciccarelli è molto amico amico di Pasquale Mennillo (assessore al bilancio in quota Italia Viva) e grazie a lui prese molti voti al Parco Verde. (Non si comprende come mai il Peluso specifica questo avvenimento che non è legato, sembra, in questo processo).  Conferma di conoscere solo Carlo della famiglia Ciccarelli, ebbe un solo incontro col fratello Giovanni, ma non lo conosceva, e ci arrivò per un incontro accompagnato da Daniele Dolpino.

L’assessore Arcangelo Della Rocca

Il pentito Peluso fa un quadro chiaro, a suo dire, anche dell’assessore Della Rocca, in quota Pd. Conferma che lo stesso Della Rocca ha segnalato professionisti per incarichi per i progetti PNRR e aveva grossi rapporti all’Urbanistica con imprenditori e con tecnici per il rilascio delle licenze eldilizie in tempi rapidi. Della Rocca aveva rapporti col dirigente Zampella e con altri tecnici che gli chiedevano di accelerare le pratiche presentate al comune.

L’aggressione ad Arcangelo Della Rocca.

Il Peluso vuota il sacco anche sull’aggressione avuta dall’ex consigliere comunale, che poco dopo il pugno diventa assessore al PNRR.

Della Rocca è stato aggredito da Volpicelli Massimiliano che gli sferrò un pugno sotto casa sua, di questo mi informò lo stesso Della Rocca prima del consiglio comunale (quindi li aveva riconosciuti?). Mi comunicò che la lite c’era stata per il mancato pagamento di estorisione per lavori alla propria abitazione per superbonus, ma io ritengo si trattasse di altro.

Successivamente incontrai Volpicelli, Pezzella e Cipolletti che mi intimarono di seguire le loro richieste per non fare la fine del Della Rocca.

Il tentativo di condizionare l’attività della CUC.

Il Peluso spiega il lavoro delle gare presso la centrale unica di commitenza. Zampella, Pompeo e D’Agostino si recarono alla Cuc a Salerno per la documentazione delle gare. Arcangelo Della Rocca e Falco Armando si sono recati presso la Cuc per cercare di condizionare le attività nella scelta delle ditte a cui affidare i lavori, hanno poi visto che probabilmente ciò non era possibile.

Fine prima puntata di 3

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