Arrestato “Peppe a’tigre” il parcheggiatore abusivo che ha quasi ucciso un ragazzo

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Un ragazzo di 17 anni di Caivano ha riportato danni importanti da perdere l’uso della mano, lo scoppio di tre vertebre, la frattura del bacino in diversi punti, lesioni agli arti. Ora può dirsi salvo grazie a tre operazioni. Anche se ha vissuto un periodo in cui è stato in coma farmacologico.

Il responsabile di questa furia animalesca ai danni del minorenne è Giuseppe Rinaldi, un parcheggiatore abusivo ultracinquantenne, che ha deliberatamente investito il ragazzo al bordo di uno scooter con l’obiettivo di fargli del male.

L’episodio risale al 20 ottobre quando a Caserta, in pieno centro, il 17enne fu coinvolto in una rissa con Gianfranco il figlio del parcheggiatore insieme ad un suo amico. Solo dopo, il padre di Gianfranco, Giuseppe ha investito a Capodrise il 17enne sullo scooter. L’obiettivo era quello di farlo morire.

Proprio il 28 gennaio, il parcheggiatore conosciuto da tutti come “Peppe a’tigre”, è stato arrestato insieme al figlio, dai Carabinieri della Stazione di Marcianise. Il ragazzo, infatti svegliandosi dal coma, ha potuto fare il suo nome e farlo arrestare.

Il post su Facebook di Francesco Emilio Borrelli

Di questa notizia ne ha discusso il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli sul suo profilo Facebook, con queste parole:

“Non smetterò mai di ripeterlo, siamo di fronte ad una categoria composta da delinquenti dall’altissima pericolosità sociale. Questi individui sono dei violenti, totalmente avulsi dal normale contesto del vivere civile. Pensano ed agiscono secondo logiche criminali. Quale orrendo disegno mentale spinge un ultraquarantenne ad inseguire e speronare un ragazzino con il solo obiettivo di tentare di ucciderlo? La giustizia deve agire con la massima severità. Questi criminali dovranno essere colpiti da una pena esemplare”.

La denuncia della madre del 17enne

Nella denuncia anche le parole della mamma del 17enne: “È solo un caso che mio figlio non sia morto. Solo dopo il coma ci ha spiegato chi lo aveva ridotto così. Se non si fosse svegliato, non avrei mai saputo il nome dell’assassino. Mio figlio è stato lasciato a terra, agonizzante, dopo essere stato travolto deliberatamente. È rimasto sul selciato per diverse decine di minuti. Quando è arrivato in ospedale era in fin di vita, a pochi minuti dalla morte. Ora dovrà fare i conti con i danni permanenti provocati da questa azione assurda e criminale. I medici non sono ottimisti sulle sue condizioni, dovrà sottoporsi ad una lunga rieducazione”.

 

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