Stop alla cannabis light, la delusione degli agricoltori dopo gli investimenti fatti

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La sentenza della Cassazione che renderebbe illegale la cannabis light, in tutta Italia ha creato confusione e danni economici a chi aveva investito nel settore. «La legge non consente la vendita o la cessione a qualunque titolo dei prodotti derivati dalla coltivazione della cannabis», come l’olio, le foglie, le inflorescenze e la resina». Lo ha hanno deciso le sezioni unite penali della suprema corte che così danno uno stop alla vendita della cannabis light.

«La sentenza della Cassazione rappresenta una contraddizione all’italiana – dice Nicomede Di Michele, avvocato e presidente dell’Associazione Fracta Sativa UniCanapa– afferma che la canapa può essere coltivata e che si possono commercializzare quei prodotti che si ottengono da questa pianta che è lecita dalla radice al fiore. Non essendo il fiore contemplato in questa legge se ne deduce che la sua commercializzazione sia illecita, salvo che tali prodotti siano in concreto privi di efficacia drogante».

Gli agricoltori dedicavano una fetta della propria produzione alla Cannabis Light, e dopo gli investimenti e il lavoro fatto non si sentono tutelati perchè il loro prodotto diventerebbe inutile e non vendibile.

Canapa Campana di Francesco Mugione

«Ci hanno dato modo di investire in questo settore e due anni dopo si sono ricordati che certe cose non erano ammesse dalla legge», dice Francesco Mugione, della Società Cooperativa Agricola Canapa Campana con sede a Caivano. «Ci potevano pensare prima – continua – così i giovani imprenditori e quanti hanno investito soldi in questo settore non potendo poi rivendere tutto quello prodotto. La cosa peggiore è che siamo stati delusi anche dalle associazioni di categoria. Non siamo stati difesi né presi in considerazione. Voglio vedere Salvini come fa a dormire la notte sapendo che oltre 3000 aziende tra qualche mese saranno chiuse».

L’azienda di Mugione non subirà gravi danni perché tra le sue coltivazioni solo il 20% è destinato alla cannabis light. Tutto il resto è dedicato alla nutraceutica che in Europa sta vivendo un vero e proprio boom. Infatti se è in dubbio l’utilizzo legale o meno dell’infiorescenza della pianta di canapa, semi e fibre possono continuare ad essere utilizzati per la filiera tessile o agroalimentare. «Vorrà dire che investiremo di più su ricerca e innovazione per nuovi prodotti alimentari», conclude l’agricoltore.

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