Movimento Caivano: Lettera aperta ai cittadini caivanesi

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movimento caivanoAttivarsi secondo la lingua italiana significa passare da uno stato di quiete a una condizione di movimento che possa rendere possibili dei cambiamenti. Risulta, quindi, essere una modifica radicale del proprio essere che produce un disordine nel sistema tale da sconvolgere le normali regole e produrre effetti devastanti in esso.

La stessa cosa accade quando in un software è presente un errore di progettazione, il cosiddetto BUG. Fino a quando il sistema non percepisce l’errore, funziona perfettamente, ma se l’errore si manifesta allora l’apparato va in crash e, irrimediabilmente, il sistema non ha più la funzionalità necessaria per continuare a fare il lavoro per cui era stato progettato.

Era l’otto settembre del 2007 quando il primo Vaffanculo ruppe lo stato di quiete che fino a quel momento aveva condannato gli italiani ad essere l’ultima ruota del carro delle democrazie occidentali, e lo stesso giorno il sistema si scoprì tanto fragile da non aver calcolato che il BUG si sarebbe potuto presentare da un momento all’altro.

A niente servirono le correzioni, nessuno fu più in grado di riprogrammare un software ormai corrotto e obsoleto che non riusciva a tenere testa ad un hardware che era mille anni più avanti.

Noi siamo quel BUG, quelli che allora hanno gridato forte “VAFFANCULO” e che continueranno a farlo fino a quando la necessità di una società più giusta ci darà la forza per andare avanti.

Abbiamo gridato il nostro “vaffa” anche a Caivano, lo abbiamo gridato nelle orecchie dei politici obsoleti, dei vecchi opportunisti locali, dei mecenati di loro stessi, dei doppiogiochisti e degli arrivisti che hanno trasformato il nostro paese in un Vespasiano di favoritismi e nepotismi sfacciati.

Lo abbiamo gridato quando abbiamo chiesto il taglio degli emolumenti alla “nuova” classe politica per dare un pasto ai bambini caivanesi bisognosi.

Lo abbiamo gridato quando abbiamo chiesto il bilancio partecipativo, dove il popolo potesse decidere come spendere il 10% del bilancio in opere sociali.

E ancora per il baratto amministrativo che desse la possibilità, a chi non ne avesse la possibilità, di pagare con il proprio lavoro i debiti con l’amministrazione.

Continuiamo a gridarlo con gli esposti presentati alla Procura della Repubblica per l’abbandono dei rifiuti nelle campagne di Caivano, per una viabilità ormai al collasso, per le numerose defezioni dell’attuale ditta impegnata nella raccolta della mondezza, per una raccolta differenziata che stenta a partire per ovvie ragioni di corruzione e favoritismi.

Noi siamo e saremo sempre quelli che hanno un vaffanculo a disposizione di ogni soggetto inadatto ad accogliere le necessità di una società che vuole e ha necessità di vivere un paese a misura umana.

Noi siamo il BUG e il nostro compito è corrodere il sistema.

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Pasquale Gallo, nella comunicazione da più di vent’anni, ha studiato Marketing e Quality e cura diverse campagne pubblicitarie regionali. Giornalista pubblicista dal 2007, ha sempre scritto di sport, partendo da testate cartacee come Cronache di Napoli, Il Roma e Il Partenopeo, entrando nel web fondando Pianetanapoli nel 2006. Ad oggi oltre ad essere editore di Zona Calcio, portale e trasmissione radiofonica, collabora con TuttoCasertana e Capri Event Tv. Nel 2015 fonda IlgiornalediCaivano.it che non è solo un progetto editoriale, ma un vero punto di riferimento per l’intera cittadinanza con un continuo interagire attraverso email e social network.

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