di FRANCESCO CELIENTO
CAIVANO – La Procura della Repubblica di Napoli Nord, nella persona del pubblico ministero Patrizia Dongiacomo, al termine dei sei mesi concessi per le indagini, ha chiesto al Giudice delle Indagini Preliminari l’archiviazione del procedimento penale relativo alla scoppio del palazzo di corso Umberto avvenuto il Venerdì Santo di quest’anno, che tanto clamore suscitò, anche nei media nazionali. Secondo gli esperti nominati dalla pubblica accusa, la fuga di gas fu causata dalla signora Rita Grimaldi, 76 anni, abitante al piano primo (completamente sventrato, infatti, ndr), che, ferita nella grande esplosione, morì pochi giorni dopo in ospedale a Giugliano.
Secondo il perito, la casa della signora era satura di gas e le finestre e le porte erano chiuse, circostanze che avrebbero determinato il fortissimo scoppio, udito in mezza Caivano, ed ovviamente le gravi conseguenze sull’immobile, dissequestrato ma ancora inagibile.
Essendo deceduta l’unica persona imputabile, la Procura ha chiesto perciò il 6 settembre scorso l’archiviazione del procedimento. Adesso, comunque, spetta al Gip dire l’ultima parola: archiviare definitivamente il procedimento penale o rigettare le richieste del Pm Dongiacomo e chiedere ulteriori indagini.