Olio motore tra i rifiuti dei roghi tossici, altamente pericoloso

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Dopo la diretta del 25 luglio a Pascarola (via Caruso) abbiamo cercato di comprendere la natura di alcune vecchie “latte di benzina” presenti tra i rifiuti incendiati, che “nutrono” la nostra terra dagli anni ottanta. Abbiamo scoperto, infatti, che si trattava di contenitori di olio motore.

L’ olio motore, per la sua composizione chimica, tende ad essere conservato col tempo, perde le sue proprietà e può essere poi considerato come un olio esausto.

Tra i parametri che classificano gli oli minerali, abbiamo la viscosità, che non è un indice di prestazione di un lubrificante, ma ne indica semplicemente le caratteristiche di scorrevolezza.

Le indicazioni che ci permettono di stabilire le reali performance del lubrificante sono le specifiche internazionali (API ed ACEA) le omologazioni dei singoli costruttori, da questi emanate per soddisfare particolari esigenze dei loro veicoli.

 

Sigle delle proprietà sono state introdotte nell’ottobre 2010 e prevedono test per verificare maggiore resistenza all’ossidazione, protezione dai depositi, miglior protezione dall’usura e performance a bassa, temperatura e l’attitudine Fuel Economy.

Olio motore tra i rifiuti dei roghi tossici, altamente pericoloso

Da notare, che parliamo di normative del 2010!

Questo prodotto (in foto) non è mai stato realizzato secondo la relativa regolamentazione.

 

Tutti i prodotti della gamma sono fuori dal mercato dal 2010, avevano già un doppio costo per chi li acquistò all’epoca,  negli anni ottanta (anche perché, per obbligo di contratto, dovevano essere comprati in grandi quantità).

Inoltre, il costo d’ acquisto e quello di smaltimento, come prevede la prima normativa in materia di rifiuti, era veramente salato.

Il Decreto Legislativo 22 del 5 Febbraio 1997, conosciuto come “Decreto Ronchi”, fu emanato per rendere efficaci le direttive europee sui rifiuti urbani e pericolosi, infine sugli imballaggi.

Se bruciato impropriamente, l’olio minerale immette nell’atmosfera sostanze inquinanti in grado di causare intossicazioni e malattie.

 

L’ olio lubrificante usato viene raccolto da aziende specializzate,  per poi essere analizzato e riciclato.

L’ articolo 236 del Codice dell’Ambiente sancisce che gli oli usati raccolti devono essere smaltiti tramite la rigenerazione, volta alla produzione di basi lubrificanti nuove; tramite combustione se la rigenerazione sia impedita da vincoli tecnici; tramite termodistruzione quando il lubrificante usato risulti irrimediabilmente inquinato e non più rigenerabile.

Particolare composizione chimica

Gli idrocarburi di oli minerali, i MOH, che sono una miscela di varie centinaia di idrocarburi aventi generalmente un numero di atomi di carbonio  compreso tra 10 e 50. Se combusto, l’olio minerale diventa tossico e contamina l’intera catena alimentare.

La determinazione del MOH è di recente normativa, che vecchi prodotti risalenti agli anni 80 non l’hanno affatto “subita”… Ma questa è un’altra storia.

 

 

 

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