Inaugurata la mostra “Omero, Iliade. Le opere del MANN nelle pagine di Alessandro Baricco”, che è in programma al MANN dal 9 settembre al 10 gennaio 2022.
Il percorso, presentato nelle sale della Farnesina, intreccia la rappresentazione iconografica di quindici reperti (databili tra VI e IV sec. a.C.) alla riscrittura del celebre autore torinese. Cinque le sezioni per definire il suggestivo dialogo tra diverse forme d’arte: 1. Omero, Iliade: un’epopea umana; 2. il racconto della guerra; 3. le donne di Omero; 4. la morte di Patroclo e il ritorno di Achille in battaglia; 5. l’ultima notte di Troia.
3 Le donne di Omero e il ruolo della bellezza
Nella terza sezione, quella della Grecia alto-arcaica, cui i poemi fanno riferimento, la donna doveva incarnare determinate virtù e attenersi ai rigidi codici comportamentali che la società del tempo le imponeva.
Innanzitutto, una donna doveva essere bella: la bellezza risulta infatti essere la caratteristica principale sulla quale si sofferma Omero nella descrizione dei personaggi femminili, che ne sottolinea il fascino nell’aspetto e nell’abbigliamento. Nei brani di Baricco selezionati, le donne acquistano “voce”, palesando la propria condizione di vittime di violenza: la bellezza diventa una condanna.
In esposizione ci sono quattro reperti: la loutrophoros con figure femminili in un tempietto (vaso cerimoniale per riti matrimoniali o funerario- ceramica apula a figure rosse da Polignano a Mare – IV sec. a.C.); il cratere a campana con la nascita di Elena (ceramica di produzione campana a figure rosse da Caivano, 350-340 a.C.); lo stamnos (recipiente per trasporto e conservazione di liquidi) con rappresentazione di Menelao che insegue Elena (ceramica attica a figure rosse – 470-460 a.C.).