Lettera al presidente Mattarella, da Stop Biocidio Campania

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Al Presidente della Repubblica, Sergio #Mattarella

Siamo le donne e gli uomini di “Stop Biocidio”, la rete di comitati e cittadini contro la devastazione ambientale in #Campania.
Le scriviamo perché la Sua visita ad Acerra ha un valore importante per tutti noi.

Acerra è un simbolo, uno dei territori che ha subito maggiormente gli effetti di un sistema criminale che si è arricchito smaltendo illegalmente i rifiuti tossici e inquinando in modo quasi irreversibile, tutte le matrici ambientali (terra, acqua, aria).
In questa terra si resiste da decenni.

Eppure la resistenza non è bastata perché una commistione di agenti inquinanti legali ed illegali ha portato immani sofferenze alle famiglie di questo territorio, alla comunità tutta.

Vede Presidente, la parola Biocidio, che abbiamo inventato anni fa per descrivere il dramma della terra dei fuochi, significa esattamente questo. Il delitto compiuto non solo nei confronti dei corpi di bambini, anziani, donne e uomini che si ammalano ogni giorno di cancro, ma anche nei confronti della comunità, dell’ecosistema, delle relazioni umane, sociali ed economiche.

La #terradeifuochi raccoglie ecosistemi distrutti, comunità senza più futuro. Questa terra che oggi la ospita e che per anni è stata un simbolo italiano di riscatto e di sopruso, continua a mobilitarsi per liberarsi da questo sistema che non è composto solo dalla più classica #criminalità organizzata ma anche da tanti, troppi imprenditori deviati e #politici #conniventi.

Come Lei certamente avrà saputo, è di questi giorni l’inchiesta sulla TAV di #Afragola, che ha portato a 57 ordinanze di custodia cautelare eseguite dal ROS dei Carabinieri, le accuse a vario titolo sono di estorsione, riciclaggio e corruzione, contro il potentissimo clan locale “Moccia”.

In questi anni, grazie alla forza di mobilitazioni quotidiane, alle inchieste che abbiamo auto-finanziato, alla ricerca e alle iniziative pubbliche, abbiamo fatto alcuni importanti passi avanti.

Il negazionismo che così a lungo abbiamo dovuto combattere e che sosteneva che non potesse essere provato un nesso di causa/ effetto tra malattia e inquinamento, è stato in larga parte sconfessato.

Oggi tutti sanno che se ad Acerra come in tutta la terra dei fuochi si muore più che altrove, se si ammalano i bambini di malattie terribili che spesso li portano via, è a causa del disastro ambientale.

Eppure, nonostante tutto ciò, nonostante la nostra Repubblica ha avuto recentemente un Ministro dell’Ambiente che viene da questi territori e conosce bene i nostri drammi, il Governatore della Regione Campania continua a negare l’esistenza del problema e di
conseguenza a non muovere un dito.

Abbiamo letto la lettera che Giovanni De Laurentis, le ha scritto. Come la sua e quella di suo figlio Giuseppe, migliaia di storie familiari sono state investite dal dolore devastante della malattia.
Storie che conosciamo bene, che hanno coinvolto e toccato tutti noi, grazie alle voci delle tante madri che hanno saputo mettere il loro dolore in gioco per renderlo motore della nostra battaglia di liberazione.

Finalmente oggi in Italia si sta mettendo al centro il tema della transizione ecologica. O almeno così pareva, prima dell’ incursione della guerra che sembra volerci far tornare indietro di decenni sui temi che riguardano energia e sfruttamento delle risorse, mostrando una incredibile irresponsabilità nei confronti del futuro della prossima generazione.

Noi siamo convinti che la transizione ecologica, se vera ed efficace, deve passare necessariamente per l’ascolto delle comunità che in tutto il Paese da decenni lottano contro la devastazione ambientale.

Altrimenti quello che ne verrà fuori sarà l’ennesima operazione di facciata finanziata con fiumi di denaro pubblico e che non avrà alcun impatto positivo sul futuro. Dobbiamo salvare il pianeta, non solo dal rischio della guerra, dalla corsa al riarmo, ma anche dalla possibilità di scomparire a causa della nostra stessa avidità.

In Campania, è necessario che questo enorme investimento pubblico sia indirizzato prima di tutto ad un piano per la mappatura dei terreni inquinati, per lo screening sanitario della popolazione e infine per le #bonifiche.

Perché non si può pensare di andare lontano senza curare prima le ferite del corpo malato. Le chiediamo di farsi portavoce di questa nostra istanza. Di unirsi alla voce di chi non nega ma afferma, che la terra dei fuochi esiste, che è malata per mano dell’uomo e di un sistema produttivo criminale e che va bonificata perché anche a queste terre sia concessa una seconda possibilità.
Le attiviste e gli attivisti di #StopBiocidio

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