Il racconto di Christian Basini, un giornalista di Milano su Caivano

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Pubblichiamo oggi il racconto di un giornalista, Christian Basini, che da Milano ha avuto modo di sostare spesso a Caivano e a farsi un’idea di ciò che si vive in questo territorio…

Giornalisticamente parlando non condivido la prima persona come metodo di indagine, ma se penso alla terra, ai valori e alla cultura che mi appresto a descrivere non ho scelta, tanto vale attuare immediatamente il disvelamento delle incompatibilità…

Che un ragazzo, perlopiù giornalista professionista, descriva i luoghi che non gli appartengono potrebbe far perdere al pezzo credibilità e autorevolezza.

Ma nel momento in cui la più totale parzialità viene dichiarata come presupposto, credo che potrebbe interessare a qualcuno una descrizione da vicino di una scelta che ho vissuto.

Sin da bambino mi ha sempre attirato parecchio il mestiere che svolgo e grazie alla mia forza di volontà e tenacia oggi ricopro il ruolo di giornalista iscritto all’Ordine di Bologna.

Dopo la scarcerazione del noto personaggio Fabrizio Corona ho avuto l’opportunità di stargli a fianco imparando un mestiere, facendo tesoro anche dell’esperienza legata al management che contraddistingue il personaggio. Questo ha implicato durissimi mesi di lavoro in quanto mi sono trovato catapultato in un ‘mondo’ per me quasi nuovo e ho dovuto lottare anche con tanti squali. D’altronde questa è la vita!

All’improvviso, per tutta una serie di eventi, ho conosciuto Caivano dove oggi ho scoperto che abitano le persone più vere e ricche di valori che io abbia mai conosciuto. Detto da una persona nata nella cittadina di Piacenza e residente a Milano può fare strano ma credetemi, l’umiltà e l‘ospitalità di questo paese mi ha lasciato un segno indelebile che spesso mi porta a trascorrere la maggior parte del mio tempo libero qui.

La più grande diversità tra Milano e questo paese in provincia di Napoli? Mi fanno in tantissimi questa domanda. Sicuramente riesco ad essere me stesso e mi sento a casa, riesco a resettare il cervello, sto bene e ogni volta torno in Lombardia con quel valore aggiunto che ci sa davvero vivere e cogliere il meglio di questa realtà può capire.

Fino a poco tempo fa i milanesi mi descrivevano queste zone di periferia come posti inaccessibili dove sarebbe meglio non mettere mai piede, mi hanno sempre parlato malissimo dei napoletani come si trattasse di belve malefiche che prima o poi me l’avrebbero fatta pagare pur senza commettere nulla.

Oggi, cari lettori, vi ho voluto aprire e chiudere una brevissima parentesi della mia vita per urlare a gran voce a mezzo stampa che, forse, queste parole pesanti spese dai milanesi nei vostri riguardi sono niente più che una loro descrizione troppo spesso mascherata da una giacca e una cravatta che ‘nascondono’ il loro lato crudele.

Ciò che vi manca qui, purtroppo, è solo una situazione dignitosa a livello lavorativo e professionale ma sono sicuro che unendo le forze qualcosa può ancora cambiare. Viva l’Italia, viva il sud e grazie perchè dopo aver girato mezzo mondo nonostante la giovane età qui ho visitato i posti più belli che i miei occhi potessero vedere.

2 COMMENTS

  1. Grazie, purtroppo notizie così calde e solidali dovrebbero essere condivise più spesso. Il pregiuzio spesso ferisce. La mia Caivano ha gente calorosa, accogliente e coraggiosa. Caivano non deve morire e così deve essere anche per gli amici dei paesi d’intorno.

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