Trattamento dell’acqua irregolare, una ditta di Caivano permette di scoprire la frode

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trattamento dell acqua
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L’indagine è partita dalla denuncia di una ditta concorrente, la Chimpex Industriale di Caivano (con sedi anche a Bari e Parma), che ha evidenziato come le altre ditte in gara fossero sistematicamente escluse con degli artifizi. Dopo i controlli dell’acqua in Puglia è stato scoperto che la Chimica D’Agostino di Bari ha utilizzato ipoclorito di sodio fuori legge per potabilizzare l’acqua distribuita da Acquedotto pugliese per almeno quattro anni.

Il gip nell’ordinanza ha parlato di “rapporti privilegiati e consolidati nel tempo” tra i quattro funzionari di AqP e D’Agostino nonchè di “atteggiamento benevolo” delle commissioni aggiudicatrici.

 La Chimica D’Agostino di Bari si è aggiudicata appalti per le forniture sbaragliando la concorrenza grazie all’aiuto di funzionari compiacenti e poi ha venduto un solvente diverso da quello previsto dalla norma. L’amministratore della società, Donato D’Agostino, e il responsabile del laboratorio interno, Francesco L’Oliva, sono stati posti agli arresti domiciliari, al termine di un’indagine della guardia di finanza, coordinata dal procuratore aggiunto Giorgio Lino Bruno e dal pm Claudio Pinto.

Nelle ordinanze, firmate dal gip Giovanni Abbattista, si ipotizzano i reati di frode nelle pubbliche forniture, turbata libertà degli incanti aggravata e truffa continuata ai danni di Acquedotto pugliese. La società è parte lese nella vicenda e i presunti illeciti contestati a quattro funzionari, sarebbero stati commessi in maniera del tutto autonoma e senza che AqP ne fosse consapevole. Per i quattro, membri delle commissioni aggiudicatrici delle due gare incriminate, la Procura ha chiesto la misura dell’interdizione dall’esercizio delle pubbliche funzioni ma il gip si è riservato di decidere dopo l’interrogatorio a cui i funzionari saranno sottoposti nei prossimi giorni.

Il comandante provinciale della finanza, generale Nicola Altiero, ha evidenziato che, nonostante le condotte fraudolente poste in essere dagli indagati (oltre ai due amministratori, altri dieci dipendenti della società) l’acqua immessa in circolo da Acquedotto pugliese non è stata contaminata in modo da divenire pericolosa per la salute pubblica, poiché a valle del l’immissione di ipoclorito di sodio non a norma da parte della Chimica D’Agostino venivano effettuate altre immissioni, che l’hanno mantenuta sempre potabile, come hanno dimostrato le ripetute analisi, effettuate anche tramite l’ausilio dell’Istituto superiore di sanità è una perizia commissionata della Procura. 

Nel mirino dei finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria, diretti dal colonnello Pierluca Cassano, sono finite anche le due gare (del 2012 e 2014) concluse con l’aggiudicazione alla società barese.

Il giudice ha disposto anche il sequestro preventivo di 1 milione 131mila euro nei confronti di Donato D’Agostino e della sua società (indagata in virtù della presunta responsabilità amministrativa) . La somma sequestrata è pari a li giusto profitto ipotizzato. 

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