In attesa del via libera dopo il virus, Fra Filippo dal Belgio ospite a Campiglione

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Il coronavirus ha ‘congelato’ il mondo, pochissimi gli spostamenti e chi è rimasto in un luogo diverso dalla propria casa, deve attendere la fase 3 per far ritorno indietro.

Chi è rimasto ‘bloccato’ dal virus è fratello Filippo, frate del Belgio che dall’inizio della crisi è ospite a Caivano nel Santuario di Campiglione, in attesa di poter ritornare a casa.

Nel frattempo Fra Filippo ha potuto conoscere la spiritualità del Santuario, la Madonna di Campiglione e i carmelitani e quando tornerà in Belgio il suo tempo passato a Caivano sarà benedetto, come stesso lui ci scrive in questa lettera che parla della sua vita e dell’esperienza caivanese.

Pace e bene,

Una chiamata si può esprimere ma non del tutto spiegare. E’ un colpo di fulmine a cielo sereno. Una storia d’amore. Proprio come quando uno si innamora di una ragazza e senza spiegazione razionale sa di sicuro che è la donna della sua vita. Quando il Signore ti chiama, è qualcosa di simile.

Dopo la mia conversione nel mio Belgio nativo natale, non ci ho mai pensato due volte. E’ il mio temperamento. Nella preghiera ho detto: ‘Gesù, ora capisco che hai dato la vita per me: il meno che posso fare io allora è anch’io dare la vita per te. Questo come minimo!’

Siccome conoscevo solo il parroco del mio paesino mi sono detto: mi faccio parroco. A 18 anni entrai in seminario maggiore pensando che la strada era tracciata.

Tuttavia dopo solo 6 mesi in seminario, mentre stavo pregando in stanza mi è venuta allora una chiara chiamata: come al momento della conversione a 16 anni, un’esperienza di dio e del suo amore così forte da lasciarmi in un’indicibile gioia col fuoco al petto e lacrime di allegria negli occhi, ma soprattutto una certezza assoluta. Non più la certezza dell’esistenza di Dio nell’incontro con l’amore di Gesù ma la certezza di essere chiamato a stare ai suoi piedi nella contemplazione per tutta la vita seguendolo pure nella derision, nelle umiliazioni che Lui in Cristo aveva volontariamente scelto per la nostra, la mia, salvezza.

Era così forte che ho impiegato molti mesi per intenderne qualcosa con l’aiuto del mio padre spirituale. Una cosa era certa: se ero chiamato a seguire Gesù era anche nell’abiezione della povertà volontaria vivendo pure da mendicante senza nemmeno maneggiare più denaro (neanche tramite una terza persona).

Ammirevole fu la pazienza dei responsabili del seminario e del mio padre spirituale che mi diede il permesso di vivere questa chiamata solo dopo 12 anni! Menomale che non ho saputo all’inizio di dover aspettare così a lungo: sarei impazzito!

Quindi nel 1999, il mio padre spirituale mi diede il permesso di vivere oramai senza denaro una vita da ‘mendicante’ dicendomi che la sola soluzione era di andare in Italia dove c’era tutta una tradizione di questo tipo di vita ‘radicale’.

I tanti anni nel meridione italiano furono tutta una scuola, un noviziato (che finirà in cielo!) dove ho imparato a vivere in un eremitaggio lontano dal rumore delle città, ma anche ogni tanto per i bisogni di andare a piedi e con passaggi all’incontro sperando in cambio all’annuncio della buona notizia del Vangelo anche di un pezzo di pane e un bicchiere d’acqua (anzi quante volte ero ‘nell’obbligo’ di condividere con i poveri tanto la Provvidenza da il cento per uno!).

Sono stato chiamato una trentina di volte anche a partecipare a delle missioni parrocchiali. Missioni sempre puntuali che dopo lunghi mesi in eremitaggio mi donavano l’occasione di condividere ciò che gratuitamente avevo spiritualmente ricevuto dal Signore.

Che senso ha però? penso secondo l’esperienza che nel mondo attuale in sè la mistica non tocca molto la gente presa dal consumismo edonistico ma l’aspetto ‘ascetico’ però facilmente scuote.

Facilmente qualcuno di distratto si fermerà a chiedersi come è possibile vivere così nel terzo millennio. Essere un punto interrogativo non è una grande missione ma utile in un mondo dove facilmente si va a sprecare la propria vita nella peggiore vanità. Ma se questa vita è un dono sconfinato di Dio, breve e che viene una sola volta dell’eternità perchè non imitare Gesù e giocarcela al massimo!

Ora grazie alla Provvidenza ho ricevuto generosissima  accoglienza al Santuario carmelitano della Madonna di Campiglione. Tuffandomi in questa alta spiritualità dei carmelitani i quali hanno scritto episodi così luminosi nella storia della vita contemplativa e degli ordini mendicanti mi spinge a chiedere al mio rientro in Belgio al mio Vescovo di poter rinnovare la mia professione di consacrato proprio sulla Regola del Carmelo e non più su un semplice abbozzo di regola scritto da me come finora!

Auguro che oltre ai ragazzi e il Terz’ordine carmelitano di Caivano sempre più persone avranno la gioia di scoprire come la profondità di questa spiritualità contemplativa del Carmelo possa aiutare a vivere la gioia e la pienezza del vivere la presenza amorosa di Gesù nel proprio quotidiano, possa fare l’esperienza mirabile che tutto è vero: Dio non ci ha ingannato; vivere la sua Paola libera il cuore e ci da una risposta anche nella più grande difficoltà!

Auguri di santità, fratello Filippo.

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Pasquale Gallo, nella comunicazione da più di vent’anni, ha studiato Marketing e Quality e cura diverse campagne pubblicitarie regionali. Giornalista pubblicista dal 2007, ha sempre scritto di sport, partendo da testate cartacee come Cronache di Napoli, Il Roma e Il Partenopeo, entrando nel web fondando Pianetanapoli nel 2006. Ad oggi oltre ad essere editore di Zona Calcio, portale e trasmissione radiofonica, collabora con TuttoCasertana e Capri Event Tv. Nel 2015 fonda IlgiornalediCaivano.it che non è solo un progetto editoriale, ma un vero punto di riferimento per l’intera cittadinanza con un continuo interagire attraverso email e social network.

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