Due medici indagati di omicidio colposo, dopo morte di Raffaele Arcella

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Sono passati due anni da quando Raffaele Arcella, cittadino di Caivano, 29enne, decise di sottoporsi ad un intervento di bypass gastrico. Purtroppo, dopo l’operazione, le sue condizioni di salute si aggravarono e dopo due settimane, perse la vita in un letto di ospedale.

Dal 2019 ad oggi, i medici indagati di omicidio colposo, sono stati rinviati a giudizio. La prossima udienza è fissata il 4 maggio presso il tribunale di Nola. 

Dall’autopsia effettuata sul corpo della vittima, è emerso che la causa a provocare il decesso è stata una peritonite conseguente ad una perforazione dello stomaco.

Durante la perizia, i consulenti incaricati dalla procura hanno trovato nello stomaco della vittima l’estremità del tubicino (sonda) che viene usato per calibrare la tasca gastrica applicata in questo tipo di interventi. Dal referto, si legge che l’estremità della sonda potrebbe “essere stata la causa diretta della lacerazione gastrica o comunque della sofferenza del tessuto“.

Raffaele, il 29 marzo del 2019 fu sottoposto a intervento chirurgico bariatrico presso la clinica Trusso di Ottaviano (Napoli). A distanza di pochi giorni, il 2 aprile 2019, subì nella stessa struttura un secondo intervento per suturare una lacerazione scoperta nello stomaco con l’aggravarsi del suo stato di salute. Le sue condizioni però peggiorarono a tal punto che il giorno successivo si rese necessario il trasferimento presso il reparto di Terapia intensiva del Secondo policlinico di Napoli, dove morì dopo dieci giorni.

Secondo i medici legali che si sono occupati dell’autopsia, “l’esecuzione tecnica dell’intervento chirurgico è stata caratterizzata da imperizia, imprudenza e negligenza”.

“Come ho sempre detto, il mio unico obiettivo e mandare a processo gli assassini di mio figlio. Con fermezza e sangue freddo li voglio guardare negli occhi, per esprimere tutta la mia rabbia e dolore nei lori confronti. Non si può morire per negligenza”, ha dichiarato il padre di Raffaele, Antonio Arcella. I genitori di Raffaele, assistiti dall’avvocato Fernando Maria Pellino, si costituiranno parte civile nel processo.

 

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