Falco e Donesi da difensori di libertà a censori d’ufficio

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A rileggere la nota voluta dall’Assessore Mariella Donesi, inviata dal Responsabile degli Affari Generali del Comune di Caivano, Dott. Biagio Fusco, a sei dipendenti dell’ente si ha l’impressione di non essere nel 2021, ma in un’era distopica dove un potere arbitrario e dispotico stabilisce, di volta in volta, ciò che può essere conosciuto da parte dei cittadini e quello che, invece, va taciuto ed occultato.

La vicenda, oggetto della missiva, è estremamente semplice: un Sindaco dimissionario che esercita il suo diritto di ritirare le dimissioni (al ventesimo giorno, ndr), perché ritiene di poter proseguire nella sua azione politico-amministrativa.

Naturalmente sia le dimissioni che il loro ritiro vanno regolarmente acquisite al protocollo generale dell’ente, ricevendo un numero di protocollo e perdendo in quell’istante ogni alone di segretezza diventando, pertanto, documenti pubblici e consultabili.

Cosa ha allora irritato profondamente l’Amministrazione di Enzo Falco nella persona dell’Assessore Mariella Donesi? Che quell’atto fosse diventato pubblico prima che il Sindaco lo comunicasse durante una Conferenza Stampa oppure per la “lesa maestà”?

Secondo l’Amministrazione Falco a nessuno è consentito di divulgare la notizia prima che lo faccia l’amministrazione nelle sue scarse e pessime conferenze stampa.

Uno strano modo di intendere la libertà di stampa, dove il ruolo del giornalista viene svilito e ridotto a quello di un velinaro.

Le veline, per chi non ha memoria storica, erano quelle che il duce Mussolini inviava ogni mattina alla stampa perché fossero propalate come unica e insindacabile verità del “regime”.

Grazie a Dio e alla Storia la Stampa e chi fa informazione, nel corso degli anni, pagando un prezzo altissimo di vite e persecuzioni, si è emancipata da tali forme di servaggio.

Nel caso in questione non c’è stata nessuna “fuga di notizie” tanto meno un “segreto d’ufficio” da custodire gelosamente.

Quindi, non c’è nessun anacronistico processo sommario  da imbastire, tanto meno dei pubblici dipendenti da colpevolizzare.

Quello di cui stiamo parlando è un piccolo e insignificante accadimento in un paese attanagliato da mille “insoluti problemi” che si attarda a inseguire fantasmi, dove invece occorrerebbe assicurare ai cittadini piena trasparenza su tutti gli atti adottati dalla Pubblica Amministrazione.

Infine, quello che più colpisce e inquieta, della nota in discorso,oltre lo stile insopportabilmente burocratico, è il tono vagamente inquisitorio che si coglie tra le righe dove viene intimato ai dipendenti che “saranno convocati singolarmente dal Segretario Generale e dall’Assessore Donesi”.

Siamo all’eterogenesi dei fini : un Sindaco e un’Assessora che dovrebbero avere una cultura politica saldamente ancorata ai valori della libertà, del garantismo e della solidarietà sociale, si trasformano in zelanti e occhiuti funzionari di un sistema che impedisce ai cittadini di conoscere gli atti e le scelte di chi amministra con profonda delusione e tristezza.

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