Antonio Giglio, cadono le accuse a Marianna Fabozzi e Raimondo Caputo, assolti in assise

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Assolta Marianna Fabozzi, la madre di Antonio Giglio deceduto all’età di quattro anni il 20 aprile 2013, dopo essere precipitato dalla finestra di un’abitazione del Rione Iacp, a pochi passi dal Parco Verde. Lo ha stabilito la seconda Corte di Assise di Napoli (presidente Cristiano).

La donna era stata accusata di omicidio volontario, coinvolto anche l’ex compagno Raimondo Caputo, con l’ipotesi di favoreggiamento. Entrambi sono stati ritenuti innocenti ed assolti.

Fabozzi e Caputo sono stati già condannati, in via definitiva, per la morte della piccola Fortuna Loffredo che il 24 giugno 2014 è stata brutalmente violentata e scaraventata nel vuoto.

Le indagini

Il caso Antonio Giglio è stato aperto in seguito ad un’accusa alla Fabozzi da parte della sorella di Raimondo Caputo, la quale durante delle indagini compiute tra il 2014 e il 2016, riferì ai carabinieri di aver visto l’imputata prendere suo figlio e lanciarlo nel vuoto. Ciò le fu consentito attraverso uno degli specchi presenti nel corridoio della dimora della Fabozzi.

Tale episodio è accaduto un anno e mezzo prima della morte di Fortuna. Inizialmente, Raimondo Caputo smentì dichiarando che la sorella, il giorno della morte di Antonio, non fosse presente in casa. La versione fu di nuovo modificata dallo stesso durante un interrogatorio avvenuto il 9 giugno 2021 mentre era al carcere di Poggioreale, nell’ambito del procedimento giudiziario sulla morte di Fortuna.

Antefatti

In quell’occasione, infatti, l’uomo dichiarò che la sorella fosse nell’abitazione della sua ex compagna il giorno della tragedia. Per queste sue dichiarazioni, gli è stato contestato il reato di favoreggiamento.

Ricostruendo la versione di Marianna Fabozzi, sembrerebbe che Antonio fosse caduto dopo essersi sporto a lungo dalla finestra per osservare un elicottero che stava sorvolando sul Parco Verde.

Il bimbo precipitò dal palazzo schiantandosi sul suolo e morì sul colpo. Secondo alcuni testimoni oculari, il suo corpo fu trovato in tragiche condizioni. Su questa vicenda ha cercato di fare chiarezza l’avvocato Sergio Pisani, legale di Gennaro Giglio, padre di Antonio. Durante un procedimento penale, il legale chiese l’accertamento al giudice, che invece si pronunciò già d’allora contro quest’istanza.

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