La chiesa di Campiglione, l’affresco, il miracolo

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Per la presente pubblicazione, frutto di un certosino lavoro di ricerca di fonti sulla storia dell’edicola con l’affresco, della chiesa e del miracolo sono stati consultati i seguenti testi:

Memorie storiche di Caivano

Memorie Storiche di Caivano di Giovanni Scherillo (dotto archeologo di Pozzuoli)

Frammenti storici di Caivano di Domenico Lanna (canonico di Aversa)

Materiali di una storia locale di Stelio Maria Martini

Il santuario della Madonna di Campiglione nella sua dimensione storica, artistica, spirituale di Giacinto Libertini

Sento il dovere, nonché il piacere e l’orgoglio di segnalare quest’ultimo testo del nostro concittadino, dottor Giacinto Libertini, eccellente studioso di storia locale, anima instancabile del benemerito Istituto di studi Atellani, che ha dato vita ad opere, di notevole valore storico e culturale, inerenti a tutto il territorio di Caivano, ed anche allo scritto ‘Etimologia di S.Maria di Campiglione’.

Frammenti storici di Caivano

Da alcuni anni, inoltre, il dottor Libertini, opportunamente coadiuvato da Ludovico Migliaccio, sta curando on line la raccolta ‘Testimonianze per la memoria storica di Caivano’, che descrive gli eventi notevoli ed i personaggi del passato, che si sono distinti nel territorio di Caivano.

Caivano non è solo la più grande piazza di spaccio di droga in Europa, come viene presentata dalla vulgata odierna, ma è stata una terra onesta e laboriosa, che ha dato i natali in un passato remoto e prossimo e, speriamo, anche nel presente e nel futuro, a personaggi di notevole spessore sociale, culturale, politico.

Il Santuario della Madonna di Campiglione di Libertini e Materiali di una storia locale di Martini

Sento anche il dovere di informare che la pubblicazione sul Santuario del dottor Libertini vide la luce nel 2004, a conclusione dei lavori di restauro dell’affresco.

Tale restauro, più volte invocato dalla Soprintendenza per i beni artistici e storici a causa della cattiva conservazione del famoso dipinto, e che durò circa quattro mesi, fu possibile grazie ad una felice sinergia tra l’amministrazione comunale di allora, guidata dal sindaco ingegnere Domenico Semplice, i Carmelitani Padre Cosimo Soliberto, Padre Cosimo Pagliara e Padre Mario Alfarano e l’Alta Sorveglianza per la tutela dei beni artistici, rappresentata dalla dottoressa Angela Schiattarella, direttore scientifico della Soprintendenza.

 

abside prima e dopo il restauro

Testimonianze storiche dell’esistenza della chiesa

Anno 592 – epistola di Papa Gregorio Magno al Vescovo Importuno di Atella.

Papa Gregorio Magno

‘Crediamo che la tua fraternità volentieri accolga quelle cose che sono opportunamente disposte e poiché abbiamo saputo mancare di sacerdote la chiesa di S. Maria Campisonis o Campilionis, sita nella tua parrocchia, noi abbiamo ritenuto per certo che nella stessa chiesa debba presiedere il sacerdote Domenico, portatore della presente, pertanto la tua fraternità faccia che siano garantiti senza indugio a lui i benefici di tale chiesa e i frutti della decima indizione che sono già stati percepiti, fa che siano rimessi senza ritardi al predetto uomo, affinchè, con l’aiuto di Dio possa aver cura degli interessi della stessa chiesa, di cui si ottengono i benefici.’

 

Anno 1451 – 14 maggio – Bolla di Mons. Giacomo Carafa a Michele Galdiero

‘L’amabile natura della tua persona e la gradita dimostrazione di ossequio e gli altri doni della tua virtù, con i quali ti rendi a noi benvoluto, ci inducono a ricambiarti con generosa grazia. Poiché dunque è vacante la presente cappellania della chiesa di S.Maria di Campillione per il nostro diritto di patronato nella terra di Cayvani per rinuncia del sacerdote Nicola Teodeno di Aversa, ultimo ed immediato cappellano della detta chiesa, noi, in considerazione dei predetti tuoi meriti volendo renderti grazia speciale, la predetta cappellania della detta chiesa di S.Maria di Campiglione vacante a te conferiamo.’

Il primo documento, molto importante sia per il nome del mittente, Papa Gregorio Magno, sia per quello del ricevente, il Vescovo Importuno di Atella, ci informa, indirettamente, che nel 592 c’era intorno alla chiesa di S.Maria di Campisone un casale, che doveva essere un centro così importante da avere una chiesa e un parroco, destinato dal Sommo Pontefice a prendersi cura di un gruppo di fedeli.

Il secondo documento, la bolla del 14 maggio 1451 è un’altra prova dell’esistenza della chiesa, perché Mons. Giacomo Carafa, a seguito della rinuncia alla cappellania in terra di Caivano del sacerdote Nicola Teodeno di Aversa, nomina cappellano di tale chiesa Michele Galdiero.

L’Affresco

Il 1419 è la data certa del dipinto.

Sopra uno zoccolo, che reca motivi decorativi, sono raffigurati i dodici apostoli a grandezza naturale, riconoscibili dal nome posto alla base dei piedi, con l’aureola intorno al capo, il libro del Vangelo tra le mani e il proprio segno distintivo: ad esempio, San Pietro con le chiavi, San Paolo con la spada.

Nel mezzo troneggia la Vergine abbigliata alla greca, con una cintura adornata di gemme e di ricami. La testa della Vergine è cinta da una corona finemente cesellata.

In alto, entro una mandorla sorretta da una coppia di angeli da entrambi i lati, è raffigurata l’immagine del Cristo benedicente, il quale regge in mano un libro aperto, su cui è scritto in latino un passo del Vangelo di San Giovanni: ‘Io sono la luce del mondo, chi segue me non camminerà nelle tenebre’.

Nell’affresco, tra le due fasce dell’ordine superiore ed inferiore, compare un’iscrizione in caratteri gotici, che ricorda la commissione dell’opera e la data.

affresco prima e dopo il restauro

Nell’anno del Signore 1419 addì 5 del mese di marzo della XII indizione, regnando la regina donna Giovanna seconda e Giacomo di Borbone, nostro principe di Taranto, fecero eseguire quest’opera Renato del grande Severino, Giovanni Cosentino e Cola di Domenico ed altri benefattori che vi parteciparono. Siano rese grazie a Dio’

Ci chiediamo: come mai la scritta è in carattere gotico, che fu usato anche durante tutto il 1400, mentre il dipinto presenta chiari ed evidenti elementi bizantini, quindi molto anteriori?

Il recentissimo restauro del 2004 ha accertato, con buona sicurezza, la presenza di resti di altri due affreschi sottostanti, molto antecedenti rispetto a quello del 1419.

Si può quindi verosimilmente ipotizzare,  che gli elementi di pittura bizantina, presenti nell’affresco del 1400, siano dovuti ad uno studio approfondito del vecchio affresco da parte del pittore, che poi operò il rifacimento del modello più antico, di ispirazione e di epoca bizantina.

Il Miracolo

Il miracolo di Campiglione

Del famoso miracolo, che secondo la tradizione, avvenne nel 1483 ci parlano dettagliatamente lo Scherillo e il Lanna.

Tra le molte persone della terra di Caivano che venivano a visitare la sacra immagine c’era una donna particolarmente devota, che puliva la cappellina, portava fiori e invocava la protezione della Madonna.

Aveva un unico figlio, che, accusato ingiustamente di omicidio, torturato, confessò una colpa che non aveva commesso e fu condannato a morte.

La madre, il giorno dell’impiccagione, si prostrò in preghiera davanti alla Madonna, che prima abbassò gli occhi, poi, supplicata nuovamente dalla madre straziata, staccò la testa dal muro. Nello stesso momento un messaggero del re fermò l’esecuzione con una lettera della grazia, scritta dal viceré.

Questa è la leggenda.

Il Lanna dice ancora che di quest’evento miracoloso fu redatto regolare processo dal Vescovo di Aversa, Mons. Vassallo, ma che tale documento andò distrutto in un incendio, che non fu mai provato da nessuna fonte storica.

Il professor Boris Ulianich, docente di storia del Cristianesimo dell’Università di Napoli nella seconda metà del secolo scorso, ha sostenuto che in quel tempo molte Madonne venivano dipinte con la testa in rilievo sull’intonaco del muro (se ne conosce una simile in una chiesa di Ascoli Piceno) perché, secondo una tecnica ben nota all’origine, la testa della Madonna veniva dipinta su legno, impiantato in modo sporgente, così da dare maggior rilievo ed incisività alla suddetta parte.

Non possiamo sapere quale verità si celi dietro il miracolo della Madonna di Campiglione.

Un evento prodigioso realmente accaduto ha dato lustro alla Madonna di Campiglione?

In un’epoca, quale quella della Regina Giovanna II a Napoli, contrassegnata da prepotenze, guerre, miseria, sopraffazione, un popolo sconvolto, angariato trovava sollievo e conforto solo nella fede e nella devozione alla Madonna di Campiglione dispensatrice di miracoli?

Ci fermiamo qui per non addentrarci nell’irrisolto dilemma tra fede e scienza.

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