Ricordo di un amico… Mario Lizzi

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Quando l’altro giorno appresi della morte di Mario Lizzi non potetti non prendere atto che una parte di me era andata via. Avevo perduto un caro compagno di scuola e di studi e volli onoralo con la mia presenza ai funerali, anche se motivi di salute me lo sconsigliassero.

Ma ne sono contento sia perché Mario era stato parte di me,  sia perché ho incontrato persone con cui da tempo non avevo avuto modo di incontrami. Tra questi Enrico Massaro, che ha mostrato rinnovata amicizia e affetto per me, facendomi non solo una calda accoglienza ma facendomi anche assistere, senza nessuna mia richiesta, dal figlio.

Naturalmente sono stato molto contento di ciò e ho ricordato con rinnovata simpatia i tempi della  Primavera Socialista organizzata da me quando ero segretario della sezione PSI di Caivano, e il suo impegno ed entusiasmo per quando andavo facendo per gli ideali socialisti. Fu grazie a lui che la manifestazione ebbe un notevole successo e il PSI ebbe modo di radicarsi nelle coscienze dei caivanesi.

Sono particolarmente contento anche del saluto di Antonio Angelino, punto di riferimento della opposizione alla attuale maggioranza al Comune e meritevole di successo in politica; come mi ha fatto piacere il saluto molto cordiale di Enzo Falco, sindaco di Caivano, che ha voluto salutarmi essermi vicino anche se i miei articoli sul  “Giornale di Caivano” non sono stati teneri nei confronti della sua giunta che chiamo “delle porte girevoli”.

Quanto al dott. Federico Lizzi, che mi sostenne in una campagna elettorale indovinatissima, ma sfortunata, ho voluto manifestargli la mia stima ed affetto e testimoniare la partecipazione al suo dolore per la perdita di Mario e ripetergli che il fratello, per me, era stato soprattutto un amico e un giovane che si era schierato dalla parte giusta  in un momento importante per la storia di Caivano. Infatti negli anni sessanta lungo il corso Umberto esistevano tanti circoli  e quello più esclusivo accoglieva solo i cosiddetti benestanti era il Circolo dell’UNIONE ed era riservato alla frequenza  dei cosiddetti signorotti del paese. Insomma un circolo classista che voleva essere il salotto buono di una nobiltà decadente.

In continuazione con tali precedenti, quando i giovani studenti dell’epoca vollero fondare un circolo culturale giovanile lo realizzarono solo per quelli che erano andati a scuola conseguendo titoli accademici. Il vento del cambiamento si levò e tra i giovani di Caivano nacque lo spirito di una rivolta destinata a cambiare i vecchi equilibri politici. Nacquero così due circoli uno conservatore l’altro rivoluzionario e progressista.

Il Leonardo che accoglieva solo coloro che avevano solo un valido titolo di studio che da solo potesse permettere l’accesso alla cultura e un altro progressista (il Leopardi), che riteneva  la ricerca del patrimonio di  tutti.

Insomma da una parte ci stavano i nostalgici di un mondo in cui la discriminazione di classe era un valore e dall’altra si faceva strada un nuovo modo di considerare i rapporti tra i ceti produttivi del paese. Io fui, insieme a Pompilio Sullo, Carlo e Elio Donesi, Ninuccio Cerrone, Mario Lizzi e tanti altri cui va il mio saluto e affetto, sostenitore di un nuovo modo di pensare  e praticare  l’uguaglianza e non la discriminazione.

Furono anni duri ed esaltanti e Mario fu con noi attivo e propositivo e non tentennò nemmeno quando dovette continuare a impegnarsi Insieme a Gino Puca consigliere comunale del PCI,  il partigiano Domenico Donesi, Peppe Crispino e Piergiorgio Martini. Anzi ne seppe apprezzare il valore e le scelte . Per lui non si giustificava nessuna discriminazione di classe e nessuna differenza tra chi frequentava gli studi e chi no.

L’apporto di Mario fu fondamentale, fu lui a mettere a disposizione gratuitamente dalla famiglia Lizzi il locale del cinema che permise di raccogliere i fondi necessari per la fondazione del circolo e fu sempre Mario che volle testimoniare la vicinanza dei Lizzi ai ceti emergenti. Insomma il mio amico, come Federico, non era lontano da una visione sostanzialmente progressista.  Mai come il resto della sua famiglia fece parte della massoneria che a Caivano era viva e prospera e mai si oppose  alle istanze di cambiamento.

Quando i partiti di sinistra con Lello Del Gaudio vollero dotare Caivano di un nuovo ufficio postale non si oppose ad esso e insieme al fratello rese disponibile un terreno di loro proprietà al centro del paese e mai contrastò la volontà dichiarata dalle forze di sinistra di dotare il paese di una villa comunale al centro del Corso Umberto. Anzi in carenza di iniziative utili da parte del Comune si attivò insieme a Federico per fondare la Villa Rachele tante volte promessa dal padre Angelo e che ancora oggi accoglie pazienti ed anziani che necessitano di sostegno.

Perciò, a ben riflettere, la vita del mio amico è stata ben spesa al sevizio degli ultimi e io lo saluto augurandogli un lungo sonno dolce e sereno.

MESSAGGIO PUBBLICITARIO ELETTORALE

 

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