Truffa ai danni dell’Agenzia delle Entrate, 6 avvocati caivanesi rischiano il processo

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Sono 47 gli imputati, tutti avvocati e «estrattori», coivolti in truffa aggravata ai danni dell’Agenzia delle Entrate, falso per induzione, falsità ideologica in certificati, e anche indebito utilizzo dei dati dei contribuenti, reato previsto dalle norme sulla privacy.

Sei i caivanesi indagati, di cui una coppia.

Come si legge da Il Mattino, tutto nasce da una indagine, nata nel 2013 fino a tutto luglio del 2021, in seguito a una circostanziata denuncia sporta dalla stessa Agenzia delle Entrate, in seguito a verifiche e riscontri sull’abnorme volume di ricorsi presentati quasi sempre dagli stessi legali all’ufficio del giudice di pace di Afragola, Caivano, Crispano, Mugnano. Nel corso delle indagini, almeno una quarantina di persone destinatarie delle cartelle esattoriali per le quali era stato presentato il ricorso, convocate in Procura, sono cadute dalle nuvole e non hanno riconosciuto come propria la firma apposta al ricorso.

Cinque professionisti, insieme al titolare di un Caf di Afragola, avevano messo a punto
un sistema per truffare l’Agenzia delle entrate e intascare i compensi dovuti per aver
vinto i ricorsi sulle cartelle esattoriali intestate a persone del tutto ignare o addirittura decedute da anni.

Grazie alla complicità del titolare del Caf, da dove partiva il meccanismo fraudolento,
gli avvocati finiti nel mirino della Procura della Repubblica di Napoli Nord entravano in possesso di false deleghe e degli estratti di ruolo intestati a cittadini completamente estranei alla vicenda.

I soggetti presentavano ricorsi a valanga, arrivando anche a frazionarli, circostanza che consentiva di riscuotere più onorari a svantaggio dell’Erario, che al danno subiva anche la beffa; quando a sentenza emessa, e appena scaduti i termini per il pagamento degli onorari disposti dal giudice di pace, gli avvocati facevano scattare il provvedimento di
messa in mora dell’Agenzia delle Entrate.
Uno scandalo, durato circa dieci anni, e che in qualche modo spiega il perché la Campania detenga il record dei ricorsi per le cartelle esattoriali. Secondo le stime della stessa Agenzia delle Entrate, su cento di questi ricorsi il 75 per cento sono presentati presso gli uffici dei giudici di pace della nostra regione, il 25 per cento è invece spalmato su tutto il Paese. Nei giorni scorsi, il pm della Procura di Napoli Nord, diretta da Maria Antonietta Troncone, a conclusione di una indagine lunga, difficile e molto complicata svolta dai militari della guardia di finanza di Napoli, ha chiesto il rinvio giudizio per quarantasette persone, tra avvocati ed «estrattori», cosi come sono stati definiti i collaborati del Caf che con un compenso tra i 15 e i 20 euro pagati dai legali indagati visionavano appunto gli «estratti» delle cartelle scegliendone soprattutto quelle già cadute in prescrizione o addirittura di persone decedute.
E così i legali vincevano l’imponente volume di ricorsi presentati.

Prossimo round giudiziario, il 7 dicembre prossimo, data fissata dal gup Fabrizio Forte del Tribunale di Napoli Nord, per l’udienza preliminare, al termine della quale, gli attuali indagati, corrono il rischio di essere rinviati a giudizio.

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