Il vergognoso show di Grillo

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Intervengo come cittadina e soprattutto come donna in una questione che tante discussioni sta provocando tre le forze politiche, i giornalisti, i cittadini.

Il presunto stupro di gruppo del figlio di Grillo e company ai danni di una diciannovenne e lo sfogo delirante del padre a difesa del figlio, che tanto sdegno ha suscitato.

Il problema ha profondi risvolti sociali, culturali, politici.

Non mi permetto di affrontare la questione dal punto di vista giudiziario, compito che spetta alla magistratura e sono convinta che ognuno è presunto colpevole o innocente, fino a conclusione di un regolare processo nelle aule di giustizia e non nelle sedi politiche o nei talk-show televisivi.

Non si è ancora spenta l’eco degli orrori perpetrati sulla famosa “terrazza sentimento” o nelle stanze attigue, a Milano, a danno di povere fanciulle, talvolta appena diciottenni, da parte di un play-boy, “straricco” e “strafatto”, insieme ai suoi degni compari, che giunge notizia di un altro episodio di violenza, ovviamente tutto da dimostrare.

Decenza e correttezza

Decenza e correttezza avrebbero imposto un silenzio dignitoso in attesa degli eventi e non urla scomposte ed inqualificabili, nonché offese infamanti ad una ragazza diciannovenne, la cui colpa più grande sarebbe stata quella di non aver denunciato immediatamente la violenza, dando quindi prova di essere stata compiacente e consenziente.

Da donna, da madre e da educatrice faccio un po’ di fatica a pensare che una ragazza di diciannove anni, anche se, forse, un po’ brilla abbia voluto dare il suo consenso a tre o quattro giovinastri, perché approfittassero, a loro piacimento, del suo giovane corpo. Faccio ancora più fatica a pensare che possa correre, immediatamente, al primo posto di polizia per la denuncia, chi non avendo acconsentito allo stupro, viva la sua allucinante esperienza e il suo dramma nel silenzio e nella vergogna.

Grillo, nella difesa ad oltranza del proprio figlio, ha dimostrato rozzezza di sentimenti e un grosso deficit culturale.

È la incultura ormai imperante del maschilismo ormai imperante della violenza, della sopraffazione, della intimidazione, che ormai regna sovrana tra quelli che si considerano i potenti e gli intoccabili.

La cosa più amare, per me, è l’aver visto Grillo rappresentare il 33% dei votanti italiani (tanti sono stati gli elettori del Movimento 5 Stelle alle politiche del 2019) quando il presidente incaricato Mario Draghi, ha incontrato le forze politiche, prima di formare il nuovo governo.

Diciamo con Cicerone:

TEMPORA! MORES!

Tempi! O Costumi!

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