Mega indagine in corso per la morte di Raffaele Arcella

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Ieri ennesima udienza al Tribunale di Nola, con la presidenza della dottoressa Alessandra Zingales, per la morte di Raffaele Arcella: il giovane 29 enne di Caivano deceduto tre anni fa a seguito di un intervento di chirurgia bariatrica alla clinica “Trusso” di Ottaviano, eseguito dal dottor Stefano Cristiano imputato di omicidio colposo.

Raffaele era di Caivano ma abitava a Crispano. I familiari di Raffaele, la moglie Maria di soli 26 anni, il figlio di 8 mesi, il padre Antonio e la madre Teresa Grimaldi sono costituiti parte civile con l’avvocato Fernando Maria Pellino e la prossima udienza è stata fissata per il 15 settembre. A testimoniare, il consulente medico legale della parte civile il dottor Giuseppe Liguori che nell’ultima udienza non è riuscito a completare il suo interrogatorio e che dovrà probabilmente solo riportarsi alle conclusioni del professor Guido Sciaudone, consulente del Pm, spiegando che Raffaele morì a causa di un errore medico compiuto durante l’intervento di mini by pass gastrico dal dottor Cristiano e dal dottor Carlo Casillo perché venne recisa l’arteria retrostante l’aorta.

Il dottor Stefano Cristiano era presente in aula insieme al suo avvocato e nel calendario di ottobre ha chiesto di essere interrogato. Nel volto dei familiari di Raffaele, pure loro presenti in aula, la disperazione per un lutto devastante.

Il caso di Angela Iannotta

Intanto Angela Iannotta, pure lei operata di chirurgia bariatrica dal dottor Stefano Cristiano, è ancora in pericolo di vita anche se continua a dare segni di miglioramenti: dopo l’intervento ricostruttivo di chirurgia viscerale di due giorni fa, durato tra le 7 e le 9 ore, eseguito dal professor Franco Corcione accademico e direttore della Chirurgia Generale al Secondo Policlinico Universitario Partenopeo, è uscita dalla terapia intensiva, superando con anticipo le 48 ore critiche di cui ha parlato il professor Corcione ed ora è tornata nel Reparto di Chirurgia anche se è ancora in prognosi riservata.

Durante l’intervento – come ha dichiarato il professor Corcione – alcuni organi interni sono stati letteralmente trovati bruciati e sono stati ricostruiti. Ora farà degli accertamenti diagnostici tra cui una tac e il professore la monitora costantemente. 

Mega indagine in corso per più reati

A questo punto bisogna attendere ancora almeno 7 giorni – ha detto ieri il professore – per capire come il fisico della giovane continuerà a reagire al complesso intervento multidisciplinare eseguito. Intanto i legali di Angela gli avvocati Raffaele e Gaetano Crisileo (che hanno nominato dei loro consulenti) attendono gli sviluppi dell’inchiesta penale da parte della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere che dopo 5 sequestri di atti e documenti alla Clinica Villa del Sole di Caserta e ad altre strutture private accreditate interessate sta assumendo la dimensione di una mega inchiesta per numeri di indagati e per ipotesi di reato (dalle lesioni colpose all’ omicidio colposo, alla falsificazione di atti ecc.).

L’indagine sul versante amministrativo 

In particolare, l’indagine punta anche ad accertare una colpa organizzativa nei confronti della Villa del Sole di Caserta. Le cartelle cliniche cosi come i documenti amministrativi sequestrati sono al vaglio di esperti nominati dalla magistratura per individuare profili di responsabilità penale per colpa medica dei sanitari che hanno trattato Angela Iannotta e Francesco Di Vilio, (quest’ultimo deceduto) ambedue colpiti da setticemia e choc settico dopo diversi interventi eseguiti sempre dal chirurgo bariatrico dott. Stefano Cristiano, responsabile di chirurgia della Villa del Sole ed eseguiti presso quella struttura privata casertana.

Intanto l’inchiesta prosegue anche sul versante amministrativo: l’Asl di Caserta, il suo Direttore Generale e la Regione Campania su imput del Ministro della Sanità sono stati interessati ad aprire un’ inchiesta per accertare se la struttura privata convenzionata casertana poteva eseguire interventi di chirurgia bariatrica sebbene non sia munita di terapia intensiva e di rianimazione. “E allora su quali basi è stato concesso l’accreditamento regionale?”, si chiede il padre di Angela, Mario Iannotta. L’inchiesta amministrativa una volta conclusa potrebbe coinvolgere anche chi ha espresso il parere sull’accreditamento regionale.

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